UN PO’ MI SENTO TRADITA DAL MIO FESTIVAL TAORMINESE E MI PASSA LA VOGLIA DI SCRIVERE..SALVO SOLO KHABY

 

Gremita ed interessante la masterclass di “L’arte della creazione del costume cinematografico” nel racconto di una delle massime esperte del genere, Deborah Nadoolman Landis, al Palacongressi. La splendida costumista, storica del costume, docente, direttrice e presidente del David C. Copley Center for Costume Design dell’UCLA. La professoressa Landis ha conseguito un MFA in Costume Design presso l’UCLA e un dottorato in Storia del Design presso il Royal College of Art di Londra e tiene lezioni a livello internazionale e (oltre che all’UCLA) presso la U.S.C. School of Cinematic Arts e l’American Film Institute di Los Angeles. Creatrice del look nell’abbigliamento di numerosi noti personaggi dell’immaginario popolare cinematografico Deborah conta, nella sua illustre carriera, i costumi de” Il principe cerca moglie” (1988), per il quale è stata nominata all’Oscar; “Un lupo mannaro americano a Londra” (1981); “I predatori dell’arca perduta” (1981); il classico “Animal House” (1978); ed i costumi dell’incredibile video musicale Thriller di Michael Jackson (1983), diretto dal marito John Landis.  Artefice di una diversificazione di insegnamento all’interno della facoltà di costumi dell’UCLA TFT, Deborah Nadoolman Landis ha inoltre creato un corso innovativo – “Fashion, Costume & Culture”, che ha debuttato durante la pandemia dell’inverno 2021 e che comprendeva un’entusiasmante schiera di studiosi internazionali di moda e tessuti che hanno condotto una conversazione virtuale (via ZOOM) su un’ampia gamma di argomenti, dal Cosplay al K-Pop coreano, dalla moda di Bollywood alla moda e alla sostenibilità. In precedenza la moda, all’interno della UCLA, non era mai stata insegnata. Membro di spicco della comunità cinematografica internazionale, ha fatto parte della giuria della Cinefondation del 2007 al 60° Festival di Cannes, uno dei rari costumisti chiamati a far parte della giuria di Cannes. La professoressa Landis è stata per due volte presidente della Costume Designer’s Guild, Local 892, di cui è membro da oltre quarant’anni. Nel 2013 è stato fondato il primo “Costume Branch” presso l’Academy of Motion Picture Arts & Sciences, di cui la Landis è stata uno dei primi governatori. Ha contribuito ad assicurare l’Oscar onorario a quello che considera il suo “eroe” e grande fonte di ispirazione, il costumista Piero Tosi (il premio Oscar di Tosi si trova ora al Museo Zefferelli di Firenze). La professoressa Landis è autrice/redattrice di sei libri, tra cui FilmCraft: Costume Design (Ilex Press, 2012); Hollywood Sketchbook: A Century of Costume Illustration (Harper Collins, 2012); e Dressed: A Century of Hollywood Costume Design (Harper Collins, 2007). Nel 2012 ha scritto il premiato catalogo della storica mostra Hollywood Costume, da lei curata al Victoria & Albert Museum di Londra. Alla sua chiusura, la mostra è stata il maggior successo nella storia di quel museo. Deborah Landis ha contribuito inoltre  con capitoli a molte pubblicazioni, tra cui, recentemente, Rene Hubert: The Man Who Dressed Film Stars & Airplanes (2023, ed. Andres Janser, Lars Müller Publishers), Italy in Hollywood (2019, ed. Stefania Ricci, Skira: Museo Salvatore Ferragamo), in cui ha scritto un capitolo sul cinema muto a Hollywood, e Pink: The History of a Punk, Pretty, Powerful Color (2018, ed Valerie Steele; Thames and Hudson) in cui è autrice di un capitolo sui costumi rosa nel cinema e nella televisione. Nel 2020, Deborah Landis è stata anche protagonista del documentario del regista Luca Guadagnino, Salvatore: Shoemaker of Dreams.

Attualmente e’ caporedattore della Bloomsbury Encyclopedia of Film and Television Costume Design, un’opera di riferimento in tre volumi con oltre 200 autori. Il primo volume sarà pubblicato online nell’autunno del 2023, come pezzo forte della Bloomsbury Dress and Costume Library

Doppia premiazione ieri sera sul palco del Taormina Film Fest per due talenti dal linguaggio diverso ma popolarissimo: le targhe ed i preziosi realizzati ad hoc dalla Maison Damiani sono infatti stati consegnati a Khabi Lame e Edoardo Leo.

Per Khabi Lame, la star dei social che conta centinaia di milioni di follower sui suoi canali, che al festival ha presentato il suo primo corto I am Khabane e che  ha tenuto una conferenza alla presenza di tantissimi giovani tiktokers e instagrammers, il riconoscimento è stato conferito “come celebrazione del suo impatto sociale, della sua abilità nella comunicazione interculturale, della sua creatività e originalità, della sua ispirazione per i giovani e del suo contributo alla cultura contemporanea. Khaby Lame è e rappresenta un esempio significativo dell’evoluzione dell’intrattenimento nel contesto digitale. Il suo successo testimonia come le piattaforme di social media possano influenzare la cultura e la società, dando voce a nuove forme di espressione e creatività. Khaby è diventato un modello di successo per molti giovani che desiderano realizzarsi nel mondo dell’intrattenimento digitale”. Lui senegalese che ha fatto anche umili lavori sogna però l’Oscar ed ha raccontato che sognava il cinema da bambino. Un esempio raro di come si possa vincere nella vita avendo sogni possibili ed una ferrea volontà.

Per Edoardo Leo, invece, il Premio Taormina Arte alla regia è stato assegnato “per il suo talento e la sua abilità come regista. La sua carriera nel cinema italiano è stata caratterizzata da una serie di lavori di grande impatto e originalità. Con la sua regia, Edoardo Leo è riuscito a trasmettere emozioni profonde e a coinvolgere il pubblico attraverso storie avvincenti e personaggi ben sviluppati. La sua visione artistica unica e la sua capacità di affrontare temi universali in modo autentico e toccante hanno reso i suoi film delle opere di rilievo nel panorama cinematografico italiano. Il Premio Taormina Arte alla regia rappresenta un riconoscimento del suo talento e del suo contributo significativo all’arte della regia”.

Godibile il secondo film della serata al Teatro Antico “CATTIVA COSCIENZA”, film diretto da Davide Minnella, che racconta la storia di Filippo (Filippo Scicchitano), un uomo generoso, fedele alla sua fidanzata e che ha un impiego di successo come avvocato. Ma è davvero possibile che una persona sia così perfetta? Sì, se la  coscienza si chiama Otto (Francesco Scianna) ed è in grado di controllare ogni suo movimento, nonché ogni tua scelta. Otto, come tutte le altre coscienze, vive in un mondo parallelo al nostro, nel Mondo Altro. Se le cose nella nostra dimensione non vanno bene di conseguenza neppure nel Mondo Altro la situazione è positiva. Qui risiedono tutte le coscienze umane, che molto spesso si sentono scoraggiate, demotivate, inascoltate, a parte Otto, lui è la miglior coscienza d’Italia. Segue il suo protetto Filippo con grande zelo, riuscendo a fargli ottenere punteggi altissimi. Un giorno, però, Otto arriva in ritardo sul suo posto di lavoro nel Mondo Altro. Basta questo lieve ritardo per far sì che Filippo in una manciata di minuti rovini tutto il suo duro lavoro, mettendo a soqquadro la sua vita. Quel giorno infatti è la vigilia del suo matrimonio e Filippo, sentendosi represso, decide di non seguire i consigli della sua coscienza. L’uomo si innamora di un’altra donna, Valentina (Matilde Gioli), e ha completamente perso la testa per lei. Otto si ritrova in difficoltà, perché deve risolvere ogni cosa prima che le Coscienze Superiori se ne rendano conto. Per sistemare il prima possibile e soprattutto al meglio le cose, la coscienza decide di andare sulla Terra per affrontare Filippo, faccia a faccia, sperando che l’uomo torni in sé. Ma da vicino il confine tra Bene e Male si rivela essere molto più difficile da vedere: fare gli Esseri Umani è un lavoro  complicato, soprattutto se si mette in mezzo l’amore.

Cattiva coscienza, film diretto da Davide Minnella, racconta la storia di Filippo (Filippo Scicchitano), un uomo generoso, fedele alla sua fidanzata e che ha un impiego di successo come avvocato. Ma è davvero possibile che una persona sia così perfetta? Sì, se la tua coscienza si chiama Otto (Francesco Scianna) ed è in grado di controllare ogni tuo movimento, nonché ogni tua scelta. Otto, come tutte le altre coscienze, vive in un mondo parallelo al nostro, nel Mondo Altro. Se le cose nella nostra dimensione non vanno bene di conseguenza neppure nel Mondo Altro la situazione è positiva. Qui risiedono tutte le coscienze umane, che molto spesso si sentono scoraggiate, demotivate, inascoltate, a parte Otto, lui è la miglior coscienza d’Italia. Segue il suo protetto Filippo con grande zelo, riuscendo a fargli ottenere punteggi altissimi.

Un giorno, però, Otto arriva in ritardo sul suo posto di lavoro nel Mondo Altro. Basta questo lieve ritardo per far sì che Filippo in una manciata di minuti rovini tutto il suo duro lavoro, mettendo a soqquadro la sua vita. Quel giorno infatti è la vigilia del suo matrimonio e Filippo, sentendosi represso, decide di non seguire i consigli della sua coscienza. L’uomo si è innamorato di un’altra donna, Valentina (Matilde Gioli), e ha completamente perso la testa per lei.

Otto si ritrova in difficoltà, perché deve risolvere ogni cosa prima che le Coscienze Superiori se ne rendano conto. Per sistemare il prima possibile e soprattutto al meglio le cose, la coscienza decide di andare sulla Terra per affrontare Filippo faccia a faccia, sperando che l’uomo torni in sé. Ma da vicino il confine tra Bene e Male si rivela essere molto più difficile da vedere: fare gli Esseri Umani è un lavoro davvero complicato, soprattutto se si mette in mezzo l’amore. Il primo film “Billie’s Magic World diretto dal messinese Francesco Cinquemani con Alec e William Baldwin non è neppure un film per bambini. Ritengo scontata la sceneggiatura e non completata mentre il contesto del cartone animato un po’ banale. Un film che non è piaciuto neppure al pochissimo pubblico rimasto al Teatro Antico.

E resto io in cerca di qualcosa che mi stupisca in questo Festival pieno zeppo di approssimazioni con rarissime eccezioni.

Il Premio Taormina Arte alla memoria stasera sarà dedicato a Gina Lollobrigida: a ritirarlo arriverà il nipote, Dimitri Skofic.

Ricordo che a causa di problemi tecnici, la programmazione del 30 giugno al Teatro Antico di Taormina subirà una variazione: “The Absence of Eden” verrà proiettato alle ore 21:00 (saranno presenti il regista Marco Perego e gli attori Zoe Saldana, Garrett Hedlund e Adria Arjona), mentre “Jeanne du Barry” seguirà alle ore 23:30.

Ed in chiusura mi chiama Leonardo Celi il figlio del grande Adolfo, mio grande amico da sempre, uomo di elevata cultura e regista. E’ a Messina e mi dice in un sussurro: Si sono dimenticati di mio padre…i cento anni  di Adolfo Celi l’anno scorso. Magico attore e regista ed uomo tra due culture. Ho promesso di vederlo.

Questo festival che raminga qui è lì non ha identità e ancora dico.. Ma avevamo bisogno di colonizzatori. Lo dico sempre ….Ma Il mio Scateno dovrà trovare due secondi per parlare anche di questo, lo spero che tra gli impegni istituzionali trovi quattro secondi (1..2….3..e 4) per parlare anche di un cinema nuovo pulsante vivo, dato che io ci sono tutte le sere e vedo.

Non vedo red carpet e non vado a feste per scelta ma, lasciatemelo dire il Festival è ben altro.

Anna Mazzaglia

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