UN VIAGGIO PER INCONTRARE MIMI’: TRIONFO DEL CINEMA DI ALFREDO LO PIERO.

Nessuno può essere così avanti nel tempo e nello spazio se non è stato prima benedetto dall’intuito. Il cinema indipendente d’autore di Alfredo Lo Piero: quel palpito in più

 

Quando Alfredo chiama vuol dire che ha sempre qualche cosa da comunicare e così lo ascolto, da sempre affascinata dai suoi meravigliosi progetti di cinema che nascono dalla sua anima appassionata. Sì Alfredo crea con l’anima prima che con la sua straordinaria intelligenza visionaria.

Ma parlo di Lui? Del regista e produttore? Sì

Conobbi il regista Alfredo Lo Piero diversi anni fa perché qualcuno degli amici mi aveva detto che aveva aperto una scuola di cinema e spettacolo in centro a Catania e, quando andai a visitare il centro di arte e spettacolo rimasi incantata dall’allestimento, da come Lui scenicamente aveva ideato il suo  “posto delle fragole” per la formazione reale di tutte le professioni del cinema oltre alla formazione musicale e alla danza. Dopo aver avuto una esperienza professionale in giro in Italia ed aver conosciuto il mondo artistico nazionale ed internazionale Alfredo ha pensato di attuare il suo sogno di comunicare agli altri in Sicilia ed esattamente a Catania, la sua terra, ma questo mondo lo inscrive nelle sue suggestioni per cui, entrando si possono ammirare le poltrone di velluto rosso i lampadari dei vecchi salotti e lo schermo in alto che campeggia su tutto, quai un mito che osserva, un mondo antico e nuovo in cui rappresentare i lavori prodotti dal centro e passare serate ben organizzate per mostrare le proiezioni o ascoltare un concerto o assistere alla presentazione di un libro, assaggiando gli spaghetti da Lui preparati. Tutto questo Alfredo lo ha fatto da solo, senza aver mai avuto un contributo, se non quello stesso delle grandi star che lo hanno affiancato nel percorso artistico ed hanno insegnato nella scuola come Carlo Giuffre’, Dario Argento, Giovanni Veronesi, Lina Wertmuller, Ennio Moricone, Pietro Tenoglio, Giancarlo Giannini, la figlia del grande Manolo Bolognini, Carlotta,  Gianfranco Bernabei che gli ha dato il giusto valore ed ha intuito la sua natura geniale oltre a sviluppare con Lui veri e propri progetti di cinema e teatro e senz’altra compagnia di quella dei ragazzi che forma, concependo la scuola come una famiglia, con l’idea di inclusione e dunque in una visione aperta della vita che può solo integrare ed associare sviluppando il concetto di coesione dei popoli; tutti coloro che credono nella cultura come progresso ed ideale di vita, sono suoi amici. Molto spesso nella espressione artistica sceglie nello stile la forma del film documentario per raccontare le sue esperienze che diventano cult come in “figli del set” o in “la libertà non deve morire in mare” e così non si ferma mai e per una promessa  fatta a Lina Wertmuller che ha insegnato nella sua scuola progetta l’ultimo film “Un viaggio per incontrare Mimì”, stringendo una collaborazione umana ed artistica con Giancarlo Giannini  che venne in Sicilia, in occasione del suo interessante altro progetto Una Cinecittà ai piedi del Vulcano, in un  terreno con villaggio di proprietà della famiglia Mannino con cui non esita a stilare un contratto per la realizzazione di opere artistiche, in questa sua nuova impresa inizia già ad allestire un enorme centro dove invita un Giannini intrepido, nuovo, forse anche curioso. Ma la follia lungimirante di Alfredo che non mi sorprende più, è che inizia a girare il film e che mi chiede di fissare un appuntamento per girare delle scene straordinarie a Taormina, con l’indomito Cateno De Luca. Cerca soldi? Assolutamente no! piuttosto una tappa di quel viaggio inclusivo pensando che forse Cateno De Luca di cui conosce la velocità comunicativa sarebbe stato nel pensiero più veloce di Lui. Devo dire che  il Sindaco aveva accettato anche la sceneggiatura ma, accecato dalla Brianza, è corso per le politiche, dimenticando Alfredo che, sorprendentemente, non si è fermato, continuando il suo viaggio prima mentale e poi reale in Sicilia: In Sicilia chi si blocca è perduto e, del resto, non può rinviare per alcun motivo una esigenza che è spirituale, un diktat che viene dalla coscienza, quella di essere consapevole che l’amore per qualcosa o qualcuno è dirompente e se un attore come Giannini ha creduto bene di venire in Sicilia per apprendere l’idioma e le consuetudini del popolo siciliano vuol dire che il viaggio è senza soste e che noi siciliani non possiamo recedere innanzi alle esigenze che il cinema ha di arrivare prima in quell’oltre con cui motiva la istanza di esserci e nascere sempre più forte di prima. La nostra isola, quella di cui Giannini si era innamorato, cinquanta anni prima, nel suo famoso viaggio intrapreso per essere un vero siciliano nel film “Mimì metallurgico “ che lo rese noto al grande pubblico, ha un cuore delicato e perenne che tutti invidiano per quanto è vera prepotente ed incontaminata nelle sue tragedie come nei suoi trionfi e così il  6 aprile alle 20.30 al Teatro Metropolitan di Catania si avvera il suo miracolo l’anteprima nazionale del film  ‘Un viaggio per incontrare Mimì’, con protagonista Giancarlo Giannini.

Il film, annovera tra gli interpreti anche Tuccio Musumeci, Claudio Musumeci, Alessandro Caruso ed Enrico Terrana, Il progetto del film è partito appena dopo che Giannini, rientrato in Italia, dopo il riconoscimento della stella sulla Walk of Fame di Hollywood, aveva inaugurato il Cine Ct, l’integration village ideato proprio da  Alfredo.

Arrivo… ma non si tratta di una semplice anteprima perché Lui   ha organizzato una festa del cinema a Catania con un red carpet solenne e coinvolgente, invitando la città a vedere come si presenta la nostra terra in occasione di una anteprima, con sfilata di auto d’epoca e i componenti del Corpo di Ballo di danza storica trasformando la Via Sant’Euplio a Catania in un set mobile vivente e pulsante di energia, pieno di colori, mentre Lui stesso ha fatto il regista che arriva in auto e contemporaneamente ha presentato la serata sul palco includendo tutti  con il suo accattivante modo di essere comunicativo e brillante. Un matador incondizionato che dà l’idea esatta della sua forza energetica comunicativa. All’anteprima erano presenti tutta la produzione, l’intero cast artistico e le maestranze siciliane che hanno collaborato e che operano all’interno del Cine Ct  da Lui ideato: Salvo Legname per le colonne sonore bellissime, Giuseppe Di Blasi per la direzione della fotografia, Antonio Todaro per il montaggio, Sebastiana Chiarenza per i Costumi, Mirko Miceli per le scenografie, Andrea Ragusa per parrucco, ed il  pluripremiato Pietro Tenoglio per il trucco. E’ un vero trionfo! il teatro strapieno e fuori gente ovunque volgevi lo sguardo. In platea anche Gianfranco Bernabei, regista e produttore Rai, autorità politiche, sindaci dei vari paesi, ma assente il nuovo sindaco di Catania Enrico Trantino, presente Sergio Bonomo, Commissario straordinario della Fondazione Taormina arte, con la moglie, attento al territorio ed alle nuove proposte. Giancarlo Giannini arriva prima del film ed assiste a tutta la proiezione trattenendosi in sala e fuori sala, soddisfatto del prodotto e felice di essere tornato sui luoghi, ancora una volta, del suo film Mimì metallurgico.

Il film? Commovente emozionante e fantastico;  è un capolavoro del racconto filmico in cui cogli i palpiti di una Sicilia che è enorme, decisamente variegata e fantastica nel suo evolversi da Palermo ed il suo mercato colorato, passando attraverso la valle del Belice e cogliendo il senso della distruzione come simbolo di quiete ed anticipazione della rinascita, sfiorando le cascate da cui bere purezza che cattura, anticipando la ricostruzione nell’arte commentato dalla strepitosa voce profonda e descrittiva di Giancarlo Giannini che racconta il proprio viaggio tra i personaggi di strada ad un accompagnatore silenzioso, un giovane autista al quale narrare cosa fu per Lui quel viaggio che gli avrebbe cambiato la vita. Vi è in questo film non solo il cuore pulsante della Sicilia ma anche lo sguardo di Giancarlo Giannini che ricorda un popolo e non solo la esperienza personale di un attore che si rende conto di essere a contatto con una terra delicata in cui è racchiuso un troppo ed un eccessivo e il desiderio di riprendere con una telecamera il percorso  è sicuramente un mistero fondo ed un contraltare di una Sicilia sommessa che si auto-racconta nella grandiosità e nei piccoli paesi scrutati dall’alto indicando colline ed anfratti  per approdare ad Ognina ad Acitrezza  Ma vi è anche Tuccio Musumeci che indica  l’altra faccia della Sicilia scanzonata ed ironica.

In fondo, riprendendo il viaggio di Giannini, Alfredo illustra il suo modo di amare una terra sfiorando i profili chiassosi dei silenzi ed immergendosi a volo nella rotazione del suo andare di macchina e di cuore dentro un panorama,  perdendosi nelle campagne assolate in cui riposa il suo sguardo. Mentre vuol essere accarezzato da un volo di panni appesi che raccontano ceramiche e colorazione dando il senso del pieno e del pienissimo nei suoi piani a più dimensioni del racconto filmico, mostrando come il cinema sia l’occhio che cattura il dettaglio pur nel disordine di un mercato ove esplode lo stile di Alfredo che ripropone nella sua presentazione di una semplice anteprima che tale non è. La sua è una missione, quella di essere il capocomico di una rappresentazione che ha interiorizzato, vivendo e decidendo di far trionfare la Sicilia come Lui ha coscienza che sia…voluminosa e possente capace di essere il mondo ed insieme l’unica che può accogliere e comprendere il cinema come deve essere e come i più grandi lo hanno inteso. Si ama Fellini perché è chiassoso pur essendo un intimista.

Il suo red carpet è simile da spazio a tutti ricordando a chi non vede il visibile e l’invisibile. La fotografia è equilibrata, la musica il tono esteso del viaggio. Le immagini sono montate insieme ad altre di repertorio o di un ricordo più antico, quello di Giannini, ed a spezzoni del film Mimì Metallurgico rendendo omaggio alla grande Wertmuller cui fece una promessa adempiuta.

Questo film è romantico nel ricordo è anche struggente nella sua forma visiva ed è un invito a rivedere e rivivere, miliardi di volte, anche angoli di bellezza per esaltare la memoria collettiva se di essa sentiamo la onnipresente essenza, è un invito a non dimenticare le radici  e la natura esplosiva del Vulcano che si fa mistero in questo cinema indipendente, forse per questo vero ed esuberante, scevro da freni, iconoclasta nella descrizione, con una sua voce originale che è “scorrere attraversando” e sostando con lo sguardo della telecamera cogliere una esuberanza  descrittiva, un profilo mai banale. Nel cinema di Alfredo vi è un richiamo neppure celato a far bene e meglio quel cinema che per Lui è onnipotente senza nascondimenti e senza finte bugie e, per questo, semplicemente “diverso”, arriva direttamente al cuore e insegna sempre a osare anche con la macchina in spalla.

“Perché quella terra che conobbi mi sembrò subito madre, ma non padrona, amorevole sempre e mi fece ribelle così che potessi stringerla nelle sue ferite  e teneramente visionaria rimasi come abbagliata da un lampo celeste, era Dio che mi indicava la via del ritorno a casa.”

 

https://www.youtube.com/watch?v=z_nuDpCjCYc

Anna Maria Mazzaglia Miceli

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