UNA TOMBA ILLUSTRE PER UN UOMO ILLUSTRE

UNA TOMBA ILLUSTRE PER UN UOMO ILLUSTRE

Ricordo un interessante articolo di Salvatore Vernaci su Tano Cimarosa, attore sceneggiatore e regista messinese che, dopo la sua morte, sembrava essere stato dimenticato in un angusto deposito, come un pacco postale. Chi scriveva esultava, poiché finalmente le Istituzioni avrebbero deciso di dare dignitosa sepoltura alle sue spoglie. L’impegno era stato preso dall’assessore comunale, Elvira Amata, dopo che proprio la “Gazzetta” aveva scoperto il clamoroso caso dell’attore messinese Gaetano Cisco, in arte Tano Cimarosa, l’indimenticabile Zecchinetta de “Il giorno della civetta” scomparso a 86 anni e la cui salma giaceva dimenticata nel deposito del Gran Camposanto. La decisione era stata confermata dalla Commissione predisposta, presieduta proprio dall’assessore Amata, che non si riuniva da tempo e che aveva deciso all’unanimità per la sepoltura di Cimarosa nel settore degli “Uomini illustri”. «Non potevamo lasciare che un messinese che tanto lustro ha dato alla città venisse dimenticato in questo modo – ha commentato l’assessore Amata –. Adesso gli uffici si occuperanno di tutto l’iter e poi Cimarosa sarà sepolto dove è giusto che stia». Anche l’Amministrazione di Taormina si era mossa per accogliere “Zecchinetta” nel proprio cimitero. Al contempo la Commissione aveva deciso, sempre all’unanimità, che con gli “Uomini illustri” venissero sepolti anche l’ex sottosegretario Saverio D’Aquino, fondatore e direttore dell’Oncologico a Papardo, e Carmelo Fortino, ex sindaco di Messina – questo riportava Salvatore Vernaci aggiungendo –

che lo stesso Tano Cimarosa, ricoverato in una struttura del Lazio, aveva espresso il desiderio di morire a Messina, nella città dove era nato il 1° gennaio 1922. Salvatore Arimatea, il nipote medico e regista, pensò a Casa Serena, La Casa di Riposo comunale che sorge nel cuore della città, in una posizione privilegiata che domina lo stretto di Messina, da dove lo zio avrebbe potuto ammirare quel panorama bellissimo che ricordava sempre, ma anche per questo desiderio la burocrazia ostacolò la vicenda per mancanza della residenza di Tano nella citta’ dello Stretto. In quel periodo, pero’ Vernaci era Commissario straordinario dell’Istituzione per i servizi sociali, da cui dipendeva Casa Serena e, così, a seguito della telefonata del nipote, si pose subito a disposizione e Tano Cimarosa divenne il graditissimo e amatissimo ospite di casa Serena dove mori’ il 24 maggio 2008, serenamente. E poi cosa successe? Che ne è stato di tanto interesse? Di fiumi di parole e parole, di Assessori che si precipitavano…di una politica che pare ancora dormire sonni atavici? Evitata la fossa comune (Tanuzzu) lo hanno seppellito con la terra e una lapide, tipo svendita di fine stagione (ne hanno fatto o “muorto puvariello” e si puo’ senz’altro vedere che tutto sembra meno quell’uomo illustre e di gran cuore che Lui è stato, tanto da ispirare al regista Nicola Palmeri un intero documentario, sprazzi di interviste, di film rimasti nella storia del cinema, conoscendo i suoi hobby: costruire i pupi siciliani con i volti del cinema, una intera raccolta anche questa mai voluta ospitare in mostra permanente dal Comune di Messina. Dove sono tutti i suoi ricordi contenuti in un piccolissimo monovano? Centinaia di fotografie da set? In effetti, pare che sia arrivato a casa Serena coperto solo da stracci e che sia morto dopo pochi giorni. Era ospitale e buono e non lasciava mai il suo bar romano dove aveva passato i giorni con Damiano Damiani: un piccolo caffè per stare con gli amici o con chi lo cercava per intervistarlo.

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Un uomo che aveva scelto la solitudine? Non ne sono convinta, visto che Tano si dava giocosamente a tutti anche se i parenti dicono il contrario. Non so immaginare un Tano che volontariamente possa aver pensato di abbandonare i figli, proprio perché era stato con suo padre nel teatro girovago dei pupi e dunque mi piace pensare che l’essere girovago o lontano Lui lo concepisse come un lavoro, forse non compreso. So solo che amava la Sicilia e che raccomandava a tutti di voler bene a questa terra anche quando si è lontani. Mi piacerebbe che dove regna muschio e fango sorgesse un monumento alla sua memoria che fermi il viandante, una lapide dove non ci sia scritto solo un nome ma si racconti la storia di Tano Cimarosa, l’uomo che al Cinema ha dato un andamento, un carattere, una essenza.

E se la politica non si accorge dei suoi figli migliori noi possiamo da cittadini onesti fare una raccolta di soldi per restituire la bellezza a chi bellezza ha donato.

Anna Maria Mazzaglia Miceli

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