Magico il libro di Milena Privitera

LA SICILIA NEL CUORE

Non mi sono mai piaciute le recensioni frettolose, tanto per scrivere…ci vuole tempon per scrivere e leggere si può anche in un attimo e così “La Sicilia nel cuore” di Milena Privitera (per la edizione di Algra in Viagrande) è un libro che io dovevo capire, perchè alla presentazione sulla bella terrazza Isabella di Taormina, Milena anche se ha raccontato la genesi di questa scrittura spesso mi confondeva col suo fare schivo. “No…ho scritto racconti, non sarei mai capace di fare un romanzo” e via con dichiarazioni di questo tipo …Lei poliglotta giornalista, laureata in lingue e letteratura moderna, è una donna come poche, anche spesso non valorizzata per come si dovrebbe, ma se stai in Taormina Arte queste cose le sai…Lei non ha mai abbandonato il suo posto e con noi è stata sorella, mantenendo quella umiltà degli artisti. Ma non sapevo che fosse una lettrice accanita e divoratrice di libri. Amo da subito la copertina che pare sia una foto di Lizzy del 1905. Una foto grandiosa di una donna probabilmente bella che guarda il mare. Tutti i presenti si sono affannati a dire che quella donna sta aspettando qualcuno….o pensa a terre lontane…Io credo di no…Le donne se sono forti e libere nel pensiero hanno con il mare un legame di anima…vedono se stesse specchiate nell’infinito …e pensano al proprio viaggio mentale, il loro sogno nascosto. E non mi sbaglio perchè vi è una citazione precisa di Isabelle Eherhardt che riporto testualmente tanto è vera “ Partire è la più bella e coraggiosa di tutte le azioni. Una gioia egoista forse, ma una gioia, per colui che sa dare valore alla libertà. Essere soli, senza bisogni, sconosciuti, stranieri e tuttavia sentirsi a casa ovunque, e partire alla conquista del mondo”.

Si tratta dunque di donne viaggiatrici che sono venute in Sicilia spinte da una smania di capire, in tempi in cui era difficile viaggiare, l’enorme mistura di colori e di incantesimi. Charlotte Mary Nelson Bridport, venuta sin qui per una rivendica di eredità, Lei mantiene una certa distanza con la popolazione…ma poi sembra arrendersi alla dolcezza di un saluto. Bellissima descrizione visiva della processione, quella forza delle nostre processioni tra sacro e profano che solo noi possiamo capire…Poi è la volta di Emelia Russel Gurney, la descrizione della Sicilia tratta da una lettera di questa donna in fondo è quella della stessa scrittrice…è una donna incantata che accosta quel paesaggio alle passate guerre ma sente la bellezza della greca risonanza…Emily Lowe è quella in cui mi identifico che abbandona alla vigilia di un matrimonio combinato la propria vita, per viaggiare ed arriva sino alla punta della Calabria vede i luoghi e la attrae probabilmente Don Ciccio che la porta a visitare le terre ed è inutile che George, il cugino, la spinga al rientro Lei è decisa ad arrivare in Sicilia. Francis Minto Elliot si innamora del Great Vulcan…le descrizioni dei paesaggi sono mozzafiato e meticolose, per cui a volte lo vediamo realmente questo cielo incantato questi fiori che svettano verso il cielo e la Montagna che ha affascinato e stranamente mai impaurito queste donne…le beate donne di Dio… e sfogliando le pagine c’è anche Julia Kavanagh che descrive Palermo e la storia della Santuzza e sale sul Monte Pellegrino e guarda con sospetto una nobiltà siciliana chiusa e Julia non vuole neppure sentire chi le suggerisce di moderare i termini. Perchè queste donne hanno tutte deciso chi essere e chi non essere, amano la libertà e sono autentiche. Non vi voglio far perdere il gusto di leggere il libro che vi invito a comprare e scoprirete una scrittrice che ha uno stile vivace e si nutre dei particolari rendendo nella sintesi di singoli racconti la storia delle donne che vennero in Sicilia alcune per restare per sempre….. in anni difficili. Erano donne complesse e forti che sapevano assorbire dal viaggio l’idea di progredire, sorprese da questa terra multietnica, divertente e contraddittoria.

Ma da cosa nasce quella che definisco bellezza del racconto? A parte la descrizione meticolosa dei profili di queste donne ardite (mi spiace deludere Milena che non si definisce una romanziera) proprio dal gran stile della sua scrittura, lei ha una espressione letteraria poetica, evocativa forte che ti fa vedere queste donne di cui racconta persino lo stupore. In tutti i racconti brevi vi è un ritmo continuo dall’inizio alla fine che pone il ritratto intimo dei luoghi e del pensiero espresso ed inespresso di queste autentiche eroine di un tempo. L’uso degli aggettivi che danno sostanza al testo è una iperbole descrittiva notevole, ricca di dettagli che non derivano per nulla dalla ricerca storica ma dalla immaginazione mitica di Milena. Da qui emerge una filosofia della autrice originale che definirei combattiva, pur nella sua chiusa timidezza. E ma io Milena Privitera la conosco bene sia quando mi sussurra all’orecchio la sua scontentezza, sia quando è pronta a sacrificarsi per un fine supremo. Una donna che non sospettavo avesse una famiglia così bella, che sorride se entra il marito o il figlio che guarda con amore…la incontravo al Parco con il pargolo..nel lavoro perfetta giornalista, attenta a tutto. Una donna che assimila ma non urla mai, fiera e se abbassa la testa lo fa perchè ha Taormina Arte nel cuore e il cinema di tanti anni che ovviamente la rende una autrice visiva e visionaria.

Credo dunque che con “La Sicilia nel cuore” viene fuori la sua personale voce, fa parte di quel coro di donne che descrive, nella sua autentica modalità di esistenza, la scrittrice libera un insieme di emozioni per cui sentiamo vibrare anche il filo di erba. “Ma no -dice Milena- sono solo una brava storica ricercatrice, perchè si tratta di storie vere di donne” Ed io dico che la ricerca non può far tremare l’anima del lettore, perchè in sé è asettica, ed allora e scrivo un passo della storia di Mabel Frances Hill che doveva sposare Don Turi Scarcella..ma arriva l’annuncio del terremoto di Messina, Don Turi non torna “Per un intero giorno Mabel lo aspetto’ seduta nel salotto di casa. Non mangiò. Non bevve. Uno strano presentimento l’aveva resa immobile e silenziosa. All’alba del giorno della nozze giunse Don Salvatore Cacciola con il terribile annuncio. Mabel ascoltò impietrita. Poi si alzò lentamente. Si recò nella sua stanza e indossò il vestito di nozze. Si fece acconciare i capelli con la coroncina di Maria. Prese la carrozza e si diresse a Messina. Rimase lì per molte notti e altrettanti giorni a vegliare i morti e a confortare i feriti”

Capite? donne forti, donne decise, capricciose ma volitive, donne che sembrano non avere dolore perchè la vita va avanti ma che senza la Sicilia non sarebbero state le stesse, perchè questa è una terra femminista ed orgogliosa che accoglie le combattenti piccole grandi donne come mia nonna o mia madre o la mia bisnonna per cui noi siamo come siamo a costo di….morire assediate da uno sguardo alto e sublime.

Milena ed ora aspetto il romanzo. Intanto questo libro che sbanca nelle vendite va assolutamente letto interiorizzato, perchè Sicilia è donna.

Anna Maria Mazzaglia Miceli

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