Lo scarafaggio cyborg salverà vite umane con un microcomputer

NEW YORK – Ci saranno presto situazioni in cui vedere uno scarafaggio non sarà motivo di schifo, ma di sollievo. Alla North Carolina State University stanno infatti perfezionando diversi tipi di biobot, cioè mini robot viventi destinati a venire in soccorso degli umani in caso di disastri naturali. E se la falena cyborg presenta ancora almeno cinque anni di lavoro prima che riesca a stare in volo con il microcomputer che porta addosso, lo scarafaggio è già abile e pronto. Non dovendo decollare ma solo camminare, la blatta riesce a eseguire gli ordini senza nessun problema.

E presto potrà essere usata sul campo. Il professor Alper Buzkurt, docente di ingegneria elettrica ed elettronica presso la NCSU ha spiegato al settimanale “Newsweek” che oramai è possibile “avere perfetto controllo” sui movimenti dello scarafaggio per pilotarlo nelle rovine di una città dopo un terremoto o dopo alluvioni o uragani. La blatta-borg promette di essere anche utile per esplorare gli antri più pericolosi delle centrali nucleari, o areee dove ci siano state fughe chimiche o di gas pericolosi per gli uomini. Lo scarafaggio più indicato per questo ruolo di robocop è la la “blatta fischiante del Madagascar”, un esemplare grosso e corposo, che porta con facilita sul groppone il microcomputer.

All’animale vengono impiantate (in anestesia) degli elettrodi alle antenne. Siccome questo insetto “sente” gli ostacoli proprio con le antenne, se gli si mandano minime scariche elettriche, lui crede di aver urtato un ostacolo e quindi vira. In tal modo, i “manovratori” gli fanno percorrere un tragitto preciso. Nel frattempo l’insetto trasmette alla base sia immagini che suoni. Immaginate – e purtroppo noi in Italia non abbiamo bisogno di troppa fantasia per immaginare simili catastrofi – la distruzione di un terremoto. Pensate alla gente intrappolata nelle macerie.

Alla corsa contro il tempo, alla difficoltà di raggiungere tutti, perché non si sa dove siano, non si sentono i loro lamenti. E ora immaginate un esercito di scarafaggi spediti dentro le macerie, che trasmettono con precisione al centimetro l’origine dei suoni e le immagini. Ecco davvero una situazione in cui invece di correre a prendere l’insetticida, dovremmo scoppiare in un applauso. Tuttavia ci sono delle esitazioni.

La Peta, la più grande associazione mondiale per la difesa dei diritti degli animali, ha espresso il timore che la trasformazione inflitta a uno scarafaggio o a una falena possa un giorno espandersi ad altri animali. Il timore è legittimo. Ma vari esperti di etica della scienza pensano che impedire questa perversa filiazione sia compito degli scienziati stessi, o addirittura della legge. L’allarme Peta è scattato perché negli Usa l’anno scorso una società start-up ha messo in commercio il kit dai-da-te per trasformare gli scarafaggi in cyber-blatte.

La giovane azienda sostiene che il suo “RoboRoach è un modo stupendo per imparare i rudimenti dell’elettronica e capire i principi della microstimolazione neurale”, e quindi è uno strumento di studio per i giovani. Peta teme che sia piuttosto un gioco crudele. Il professor Bozkurt tuttavia si distanzia dalla commercializzazione della scoperta: “Noi qui all’Università stiamo lavorando per trovare un modo di salvare vite umane” ha detto categorico.

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