Antonella Ruggiero Trionfa al Palacongressi di Taormina
E tra gli eventi del Comune di Taormina, attesissimo al Palacongressi in sala B, arriva il concerto di Antonella Ruggiero, una delle voci più amate e più profonde della musica italiana, accompagnata dalla fisarmonica internazionale e complessa di Renzo Ruggieri. Alle spalle tre luci cangianti colore Lei immensa, in ciò che somiglia ad un antro della musica, appare come una Vestale, autentica Dea, custode della musica di eccellenza. Il repertorio tratto da Souvenir d’Italie inizia con “Tu, musica divina” che è un testo della stessa Antonella riarrangiato con la fisarmonica e segue “Amore lontanissimo” del 1998 innestando un jazz davvero efficace mentre le note viaggiano verso il cielo in mirabile esecuzione. Il recital musicale ha per titolo “Una voce, una fisarmonica” per una proposta musicale che si presenta subito affascinante in una sala affollata e con pubblico che resta fuori, per la enorme affluenza, qui a Taormina, il 9 Gennaio. Diciamo che l’intento degli organizzatori è completamente vinto, se è quello di destaggionalizzare il turismo – come dicono – la scommessa di Cardinali Production di Palermo – è totalmente vinta. Sicuramente perché mentre ristoranti e bar sono chiusi il Palacongressi è in fermento.
Antonella Ruggiero è una cantautrice italiana, soprano leggero ma una delle voci più versatili ed adattabili a tutte le tonalità del panorama italiano Spaziando in tutti i generi musicali e dando prova di avere una grande padronanza della voce che adatta alle timbriche. Mostra un repertorio eterogeneo per cultura e provenienza, Antonella Ruggiero e si distingue per la estensione vocale vastissima. La cantante riesce a spaziare tra registri molto diversi tra loro. Passa dal pop alla lirica, dal jazz al soul, dal rock alla musica sacra. È stata tra i membri fondatori nel 1975 del gruppo dei Matia Bazar, a cui ha dato il nome e con cui ha raggiunto la notorietà in Italia e nel mondo, conquistando un pubblico internazionale.
Musicista di grande spessore sorprende tutti con la sua fisarmonica a bocca, mentre canta “Per un’ora d’amore”, musica e testo della stessa per approdare ad Astor Piazzolla con Oblivion in cui canta a vocalizzazioni imprimendo al pezzo una struggente malinconia; E’ la volta di “Echi di infinito”, una canzone che ho personalmente amato:“Che notte chiara Che stelle Tutto è più dolce dopo un temporale Dopo i giorni del pianto Adesso si apre il cuore Ma che sorpresa Cantando può nascere una rosa Anche dal fango Nei deserti più assolati O negli eterni inverni Ma che sorpresa Una rosa Ma che sorpresa. Io vivo di accenti, presentimenti Profumi che sento nell’aria E vivo di slanci, di moti profondi Fugaci momenti di gloria E nel silenzio del mondo Io sento echi di infinito Io sento echi di infinito”. Dunque decide di portarci nel mondo della guerra una breve incursione con accenti poetici: “La stazione radio stamattina vive in una grande agitazione per un grave fatto s’indovina sono tutti in apprension…” sempre un testo della Ruggiero intenso e canzonatorio innestato nel ritmo degli anni 30
Certo per trovare voci così bisogna tornare indietro ai registri canori di Edith Piaf.
La Ruggiero è stata molte volte a Sanremo in quanto fondatrice e voce solista dei Mattia Bazar, ma anche all’Arena di Verona, mentre il Maestro Ruggeri ci incanta con alcune esecuzioni alla fisarmonica, tratte dal repertorio di Gorni Kramer, di cui ne è l’erede designato dalle figlie…Lei ci lascia pensare…anche Gorni Kramer si avvicinò alla musica sin dalla prima infanzia, quando era ancora soprannominato Franco, grazie al padre musicista. Il primo strumento che imparò a suonare fu proprio la fisarmonica, con cui iniziò ad esibirsi ancora bambino nell’orchestra paterna. Nei primi tempi lavorò come musicista in diverse orchestre da ballo, poi nel 1933, appena ventenne, costituì un suo gruppo con cui suonare il jazz. Il nuovo genere musicale americano che conobbe grazie ad amici orchestrali che lavoravano sui transatlantici che collegavano l’Europa e l’America. A partire dalla metà degli anni trenta Gorni Kramer si affermò anche come autore di canzoni. Sua è la musica di Crapa pelada su testo di Tata Giacobetti, portata al successo nel 1936 da Alberto Rabagliati. Nel 1939 compose “Pippo non lo sa”, uno dei pezzi più famosi del Trio Lescano. Affrontò poi un lungo sodalizio con il Quartetto Cetra, per cui scrisse pezzi famosissimi come Nella vecchia fattoria. Nel 1949 Gorni Kramer incontrò Garinei e Giovannini, e per tutti gli anni cinquanta, avrebbe composto musiche per le loro commedie musicali, tutte di gran successo, interpretate da grandi nomi, come Renato Rascel e Walter Chiari. Un regalo che il musicista mi concede nel ricordare il tempo della mia infanzia. E pippo pippo non lo sa …Un bacio a mezzanotte….Quanti ricordi! Ma Lui è realmente eccezionale;
La nostra Antonella ci racconta che canta anche brani di Puccini per cui ci dedica una stupenda ninna Nanna ‘Sogno d’or’, suggestiva la ninna- nanna , concede alla Ruggiero di farsi strumento musicale, in quello che pare quasi un epigramma, un diamante poco noto incastonato in un diadema di pezzi celebri.
Antonella Ruggiero da quando è uscita dal più pressante sistema discografico, che comporta inevitabilmente necessità di vendita e purtroppo compromessi commerciali, ha liberato una volontà di sperimentazione coraggiosa indagando tutti i generi della musica e misurandosi con le stessa. Per questo resta una voce originale del panorama musicale italiano, ma anche una delle Artiste più interessanti ed innovative al mondo. Proprio con l’album “Puccini?” rimaniamo senza parole si stacca completamente dall’opera lirica consueta, al punto che la Ruggiero interpreta numerose arie originariamente per voce maschile e finisce per sostituirsi al coro della ‘Butterfly’.
Nessuna intenzione di entrare in competizione con gli interpreti lirici, nessuna velleità filologica, ma solo il piacere di cantare, di rendere omaggio al genio ed al gusto di un poeta del pentagramma, le cui composizioni vengono rielaborate per evocarne l’atmosfera, il racconto emozionale. Una sorta di narrazione metamusicale, ardita, direi sublime e raffinata. ‘E Lucevan le stesse’ è reso in acustica, con chitarra e fisarmonica. Un addio alla vita essenziale e struggente. Anche la voce cerca di evitare virtuosismi ed agilità forzati: una vocalità quasi arcaica, con il canto che pare screziato di pianto e che cede il passo agli strumenti per salutare il mondo.
Un omaggio al grande Fabrizio De Andrè con la canzone dell’Amore Perduto, Poi “Solo Tu” e “Ti sento” e una straordinaria ode per Rosa Ballistreri, per una canzone in dialetto siciliano che questa dedicò alla figlia e ancora viaggia nel mondo con una canzone di Capoverde dedicata alle donne “ Linda Mimosa” ed infine irrompe col suo successo piu’ noto “Vacanze romane” per ritornare alla musica sacra col tamburo in mano per inneggiare ad un Kjrie notevole. Il pubblico impazzisce e Lei concede il bis con un altro successo dei Matia Bazar “Cavallo Bianco”.
Quando una artista è grande non ha bisogno di dire nulla perché coinvolge l’universo mondo in ciò che conosce ed ha fatto suo, solo sperimentando ecco perché esce fuori da ogni definizione e dalle programmate note le possiede e le sparge, sconvolendo le nostre attese…Eh sì Taormina aveva bisogno di questa energia di aria nuova con produttori giovani che amano la eccellenza.
Anna Maria Mazzaglia Miceli