Francy De Luca riparte da Catania per un “nuovo inizio”
Ha debuttato a Catania al Centro Studi Laboratorio di arte di Alfredo Lo Piero nella serata Speak’n art Francy De Luca, da me soprannominato “la voce”, con un concerto magnetico che mi ha rinfrancato dopo lunga fila in autostrada, No, non somiglia a Sinatra è un cantante italiano di questa iperbolica terra di Sicilia troppo spesso martoriata ma unica. Lo avevo soprannominato “la voce”, ma Lui non lo sa, perché da quando lo ho conosciuto in un pub a Messina, Lui non si è presentato parlando ma gorgheggiando, anzi aveva una voce lirica acuta femminile che mi fece sussultare e non era e non è un sopranista. Che ci facevo in un pub? Io, che non smettevo mai di fare spettacolo, mi ero impegnata a trovare nuovi talenti, ma avevo deciso di farlo girando la Sicilia ed ascoltando le voci direttamente, ovunque, sui palchi e per la strada; volevo sceglierli in maniera libera e non influenzata da agenti. Volevo creare la grande orchestra dello spettacolo in Sicilia con voci autentiche ed originali ed avevo deciso, perciò di accettare di essere io agente per la Sicilia di “Nuovi Talenti” un concorso nazionale che si completò al Teatro Parioli di Roma. La nomina di ricercatrice di talenti mi era stata attribuita, tempo prima, dal più importante talent scout del mondo, conosciuto a Taormina durante il Festival del cinema diretto da Guglielmo Biraghi, si trattava di Mario Natale con cui restai amica per molti anni che mi aveva predetto: ma sai che hai una vera propensione a comprendere chi sono quelli che valgono nel settore artistico? Forse mi ero montata la testa? No! avevo fatto esperienza di critico teatrale e cinematografico e mi era capitato che i registi mi chiamassero al telefono perché sostenevano che riuscivo a leggere nella loro testa. Come accadde dopo la proiezione del film “Valzer” di Salvatore Maira cui feci una sola domanda “perché Donne in un giorno di festa risente di questa atmosfera pirandelliana? Non sapevo che Maira era uno studioso di Pirandello…Fu sempre una esperienza stupenda, questo mio modo di restare incantata di fronte all’incanto. Si ho parlato di Mario ….Ma chi era Mario Natale? un comunicatore prezioso che ha fatto scuola tra i giornalisti che hanno seguito i festival, dalla Mostra del Cinema di Venezia a Cannes, a Montreal, a Taormina, a Spoleto con il Festival dei Due Mondi, nei quali Mario è stato, per decenni, un punto di riferimento insostituibile e di altissima professionalità. Nel 1950 aveva fondato lo Studio Natale, il primo in Italia specializzato in uffici stampa e promozione di eventi di spettacolo e culturali. Al Centro Sperimentale di Cinematografia esiste un Fondo Natale che riunisce 328 sceneggiature e soggetti originali di film.
Ricopriva anche la carica di Presidente di Immagine Centro Studi Iconografici ed aveva sempre svolto un ruolo centrale nelle attività del Centro, collaborando fattivamente a tutte le iniziative dedicate al “cartooning” mettendo generosamente a disposizione la sua vastissima esperienza ed il suo prestigio internazionale. Il Sindacato Giornalisti Cinematografici, del quale Mario Natale è stato tra i primi attivissimi soci ebbe in Lui un vero riferimento. Ecco Mario mi aveva intuito questa mia capacità di capire il mondo dell’artista e questo è un elogio che mi rimane dentro e che fluisce dalla mia mente di ragazza di allora alla donna che sono diventata soffrendo quando muovevo i miei primi passi nel cinema al fianco del compianto Sandro Anastasi che fu Direttore del Festival del Cinema di Taormina con Mario Natale e Guglielmo Biraghi. Lo ricordo perché nelle nostre passeggiate sul Corso di Taormina era un uomo che rideva di cuore o meglio gli ridevano gli occhi e questa circostanza degli “occhi ridenti” divenne per me, nel tempo, un segnale e così che riconobbi sempre il talento in persone eccezionali e pure, che hanno un comune denominatore negli occhi di luce. Francy aveva queste caratteristiche, oltre ad una fantastica voce interpretativa, gli occhi lucenti, quando mi arrivano questi flash che mi connettono all’anima capisco che quella persona è illuminata da una energia particolare che su me funziona come una attrazione fatale. Ecco da quel lontano incontro io e Francy non ci siamo mai più lasciati e lo ho sempre coinvolto in tutte le mie iniziative perché i miei amici lo amavano come me. Ancora oggi io e Francy facciamo progetti e dopo la alluvione di Giampilieri, il paese nel quale vive da quando è rientrato da Milano, più le distanze fisiche si allungano più restiamo connessi. Si perché quando le persone si incontrano non avviene mai per caso ma è sincronismo puro quello stesso da cui è nato il cinema sonoro…Infatti il caso non esiste ma l’accadimento è reale e dura per tutta la vita. E’ così che Francy ha continuato a cantare sempre, anche durante il Covid poco importa se in piazza o a casa o su palchi importanti, Lui canta ed incide anche per telefono perché la sua è una passione autentica per la musica che lo ha fatto diventare anche autore e colonna sonora di un film che costruimmo mattoncino su mattoncino, anche se prodotto da amici, come Massimiliano Cavaleri che dirige oggi un importante ed apprezzato Festival a Salina: “Bianco Nero e…Cinema”, remake della Dolce Vita per cui Francy incise la colonna sonora con Habanera. Ma Francy ha iniziato la sua carriera di artista a Milano dove si era trasferito per studiare moda alla Marangoni, dopo il debutto ad otto anni nel coro parrocchiale diretto dal Maestro Nazzareno De Benedetto. In questa città dopo varie esperienze nella moda, ritrova la sua musa ispiratrice al CPM Music Institute seguito dalla cantante Francesca Olivieri e così arriva al teatro Derby ed al San Babila con la regista Paola Pellegrino presso Felix Company e partecipa a Vedova allegra, Aida, Traviata tra il 2007 ed il 2009 proseguendo al Teatro delle erbe con Ruth e Boaz, un musical canonico con la regia di Falciani. Poi sono tante le collaborazioni con autori con cui incide dei brani anche di inediti, il primo pubblicato nel 2005 e uno di cover nel 2013. L’anno successivo partecipa al Cantagiro con la band degli Shasas con un brano intenso “Torna a risplendere”, dedicato a Giampilieri ferita dalla Alluvione che ha mietuto vittime e sarà poi in finale al Cantagiro ancora con la canzone “Se te ne vai” scritta da Lorenzo Lampone. I brani inediti incisi sono tanti poi nel tempo e quando si trova a dover tornare a Giampilieri collabora con l’eclettico musicista Felice Zaccone con cui stringe un patto di amicizia e si cimenta col teatro con i testi ironici scritti dallo stesso.
In realtà Francy non si è più fermato anche se Messina lo ha piu’ volte tradito e deluso perché non si perdona ad una personalità audace di essere sempre attivo e mai arreso. Dell’album nuovo uscito sui Digital Store il 31 Ottobre non intende ancora parlare ed, intanto con i Ritmica, la sua nuova band con Ivan Mondello alla chitarra elettrica e Antonio Mulè alla batteria e percussioni inizia un nuovo percorso ripartendo da Catania e lanciando tutte le sue nuove sfide.
Sicuramente Francy è un artista eclettico ed esuberante un raro interprete della musica italiana e non, con la sua voce che spazia dai toni scuri alla lirica ama il pop il melodico ed anche il jazz di cui abbiamo ascoltato “At Last” di Etta James ma propone anche la mia preferita “Black to black” passando per Mango con la splendida “Oro” e proponendo “La sera dei Miracoli” ed ancora “Dentro Marilyn” e non dimenticando Renato Carosone. Insomma la musica di autore, si muove con eleganza sul palco dal quale intesse una sorta di dialogo continuo e spontaneo con il pubblico per un successo che è immediato.
Non è un caso che abbia scelto Alfredo Lo Piero ed il suo antro della coscienza per il recente concerto a Catania perché anche Alfredo è un regista che ha creato una vetrina di grande bellezza che è come un monito all’uomo che l’arte esiste e si svolge in mille mirabili possibilità. Da questo teatro affascinate sono passati attori famosissimi che Alfredo ha diretto in film intensi come nel suo ultimo film che si è avvalso della collaborazione preziosa di Giancarlo Giannini come protagonista diretto magistralmente in “Un viaggio per incontrare Mimi’”. Alfredo è un grande ascoltatore di talenti e un prezioso comunicatore di tutte le possibili forme di arte. Anche Lui ha gli occhi magici di cui ho parlato, occhi che cercano intorno, nella vita, armonia negli acquerelli di arte che dipinge su un canovaccio da cogliere attimo dopo attimo, avendo tanto da trasmettere e Lui lo fa con i libri, la musica, il teatro ed il cinema. Il suo teatro è un antro della coscienza perché è non solo un salotto intelligente ma un monito a non dimenticare che l’arte non viene smistata dai salotti politici ma da chi coltiva in sé il genio che lo rende vivo attraverso le nuove dimensioni del divenire sempre più spirito;
Alla fine siamo gli scomodi artisti autentici che non hanno dimenticato le origini del sogno e si sono sottratti ai ricatti politici così consapevolmente sicuri di avere la conoscenza giusta per osare andare in quell’oltre che è credere in un Dio che non sta in un Paradiso sconosciuto ma tra noi che vogliamo mantenere trasparenza. E succede che siamo ricacciati in fondo alla salita e non sempre la china è facile e salire di nuovo è arduo e faticoso ma con noi vive non la speranza ma la certezza della eternità per cui capita come per incanto o per magia che muoviamo le folle e ne siamo gioiosamente consapevoli e vincere è bello. Io non ho più fatto i Festival, dopo ben 5 Festival, ma il sindaco della epoca non è stato mai più rieletto ed anche per Bianco non è andata magnificamente. Alfredo fa film preziosi ed è stato selezionato in Festival ben più importanti del politichese Festival di Taormina che torna indietro nel tempo perché non può e non sa andare avanti…per cui i direttori naufragano come in un mare in tempesta…e i film che si selezionano non raccontano se non il loro triste destino provenendo dal nulla cui fanno inevitabilmente ritorno. Facciamo i conti, ogni giorno, con l’amara esperienza del denaro che serve per fare ogni cosa….ma abbiamo la capacità dei numeri primi per cui alle notti insonni seguono splendide giornate di sole che inonda i nostri sorrisi. Io vedo oltre le colline un esercito di folli geni che come millepiedi segneranno la fine della politica ottusa in nome di una nuova politica delle idee.
Sarai con me in tutti i modi e tutti i tempi mia ragione della ragione
Anna Maria Mazzaglia Miceli
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