Scommessa vinta per Tullio Solenghi e Massimo Lopez

Sarai pazza ad uscire con questo tempo, mi dice una amica, sì ma il teatro mi attrae e certo non perderei mai lo show di Tullio Solenghi e Massimo Lopez. E non posso perchè penso al trio a quello che mi hanno trasmesso.. alla meravigliosa attrice Anna Marchesini che appena li ascolti senti che è lì con loro, non solo evocata ma anche palpabile presenza formativa ed anima del teatro. Insomma una di quelle donne che restano. Ecco dunque mi fiondo e torno esaltata Loro narrano che dopo 15 anni si sono raccattati… quasi da perdenti. Lo dice uno dell’altro….ma sappiamo che è una gag, in effetti si capisce che questa reunion è un omaggio a qualcosa che manca e che l’amicizia non puo’ morire se è vera. Ci dicono pure che abitano nello stesso palazzo…ma questo puo’ essere solo un gioco di scena? Sono stati esilaranti sempre, comici, freschi, nuovi…. con una satira spalmata in due ore, che sono trascorse come un secondo, sempre piene di cose da comunicare, denunciando il vuoto della politica e prendendo di mira Renzi e non solo… Di Pietro, Mattarella e sopratutto cercando il comunismo che piu’ non esiste con un sottile riferimento al mutismo scivolante delle sardine. Tutto sempre sopra le righe, spaziando dalla coppia Paoli – Ornella Muti a Maurizio Costanzo a Pippo Baudo con un Mughini strepitoso, filosofo del nulla dei salotti televisivi. Tornano sul palcoscenico, dopo questa lunga pausa e si interscambiano pelle voce e presentazioni, forse malinconici, anche poetici quando evocano Anna creando un buio pieno di applausi. Lopez-Solenghi show, è uno spettacolo senza un plot – scrivono alcuni – che potrebbe sembrare improvvisato e potrebbero anche permetterselo questi due abili istrioni che, invece, creano quadri straordinari tutti collegati dallo stesso nesso da una genialità sicuramente ripensata, perchè se è vero che residuano tanto dal loro repertorio televisivo, adesso in teatro sono senza veli, genuini ed inventano passandosi la parola in un incastro perfetto. Ci godiamo una carrellata di personaggi magnetica, come il quadro dei due papi magnifici, oppure l’atterraggio di un areo nei vari paesi italiani con il dialetto tipico del territorio. E non si fermano mai non si permettono soste e così spaziano, dalla musica alla religione al teatro, senza mai inciampare, con una professionalità che viviamo in diretta travolgente e comunicativa Tullio Solenghi ha proposto in stile comico e in varie lingue, forse inventate ed “Essere o non essere” da l’Amleto di Shakespeare, con la complicità di Lopez ed ha cantato Donna Rosa nello stile canoro e fisico di Baudo. Dando poi lettura di un dizionario bizzarro spiegando tutto, a suo modo…crisi della letteratura! E poi si cimenta nel canto baritonale nella Cavatina di Figaro da Il Barbiere di Siviglia di Rossini con voce volutamente alterata. e che dire di Massimo Lopez, ha una voce da cantante di Brodway, ma ha evocato il grande Modugno riveduto e corretto e Frank Sinatra, sberleffando la incomprensibile Patty Pravo ….e con la incomunicabilità ha giocato tutto il tempo….non solo con Maurizio Costanzo. Personalmente lo ho ammirato quando spostandosi da destra a sinistra ha passato in analisi una politica insulsa e dato voce, da un attimo all’altro, a Berlusconi, Conte, Andreotti a Pertini, e al obsoleto e ignorantissimo Di Pietro. Certo non poteva mancare Prodi fino a quel silenzio totale nell’estrema sinistra. Ho riso tanto, ma ho anche pensato che questa comicità e questa satira fa pensare.. è teatrale e profonda come sempre. Il duetto Frank Sinatra (Lopez) e Dean Martin (Solenghi), ha creato suspence e poi una carrellata di imitazioni di animali e suoni e nel finale quando è già uscito dal palco torna Lopez e Solenghi lo invita a fare quello che fa nei camerini… e lui parte con voce calda intonando la leggendaria“My Way” nel timbro di Frank Sinatra disturbato da Solenghi che balla con la cantante, ma che accende la torcia del suo cellulare invitando il teatro a seguirlo e così dal buio le tante lucine che salgono al cielo ed ancora avvertiamo un brivido lungo la schiena pensando ad Anna. Ma i due istrioni non sono soli con loro una orchestra comunicativa con cui anche scherzare: la Jazz Company, diretta dal maestro Gabriele Comeglio, composta di cinque musicisti (tastiere, basso, batteria, tromba, percussioni/canto). La scenografia mi è apparsa elegante, come loro, senza aggiungere che quadri di luce sul fondale attorcigliati a serpentino, come avvertire che la vita è complessa multipla ma… esilarante Lo spettacolo è stato prodotto dalla IMARTS International Music and Arts. 

Bello questo spettacolo che è sempre un esperimento sociale che vive tra i ricordi ed una attualità che se non la reinterpreti col sorriso diventa insopportabile. Ma dietro gli attori ci sono anche autori…che trasformano in grottesco possibilmente anche l’inaccettabile ed il brutto, senza mai prendersi sul serio,  dotati di una forza trasformista che sconfina nel fantasy puro. E poi voglio fare un elogio alla loro grande eleganza e credo che sia la dote dello spettacolo tutto…mai volgari, raffinati e colti Solenghi e Lopez dalla nostalgia al presente sembrano camminare un metro piu’ in alto dalla terra e trasportano con sé la odierna società mutilata in uno spazio dinamico e travolgente. Applausi a scena aperta.

Anna Maria Mazzaglia Miceli

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