NOVE ANNI A TIENTSIN DI MARCELLO TROVATO

 

UN FILM INTERNAZIONALE INTERAMENTE GIRATO IN SICILIA

Nove anni a Tientsin”, questo il titolo di un film che ben conosco e di cui avrei dovuto essere il produttore se solo…..se solo, nelle Società di Produzione, ci fosse onestà e limpidezza tra i soci e se solo io non avessi passato una tormenta peggiore di quella del nonno del regista che torna dalla guerra dopo lunghi nove anni di dolore e dopo la fine della stessa….attraversando, forse, la rimanente vita, in parte, distrutto da qualcosa che resta, nella memoria, come una ferita. E Marcello, regista ed autore di elevatissimo spessore, me ne parlava sempre, in questi lunghi anni di conoscenza e affetto vissuti all’ombra di un cinema che ci ha sempre salvato e protetto dalla crudezza della vita, avvinti da una bellezza che ci sovrastava ed era ed è il fine delle nostre esistenze, travolti da una Sicilia che ci fa sempre sognare e ci eleva al di sopra di qualsiasi possibile sfida. “Mi raccomando non mancare il 5 Aprile al Cinema Multisala Margherita di Acireale”- mi dice Marcello emozionato – “Ti ricordi la storia di cui parlavamo sempre? E’ un film …il mio film ed è la prima assoluta!” Ed io come se avessi 15 anni, al massimo del mio entusiasmo rispondo: “certamente Marcello verrò” . Una promessa che non è una promessa per me è molto di piu’ ….è che voglio assolutamente essere lì, alla ora che mi ha comunicato per condividere la sua vittoria, perchè io so già che il film è un successo, lo sento….conosco Marcello e il suo modo di fare e pensare il cinema da…sempre. Ma a Pasqua dopo la vera resurrezione da un periodo buio, vengo ricoverata di urgenza e rischio di nuovo di mancare all’appuntamento e questa volta dipende solo da me e da Dio ed io devo assolutamente essere lì, così mi proietto fuori dal letto e corro verso Acireale, anche fosse l’ultima destinazione. Io non mancherò! Arrivo con un cappotto imbottitissimo, neppure fossi al Polo Nord, entro in una sala gremita e incontro gli occhi di Marcello. Da un po’ credo abbiamo lo stesso modo di guardare, lo stesso modo di saperci percepire e di percepire il mondo, ed il silenzio forse vale piu’ di parole inutili…sappiamo entrambi cosa sia la Luce….o forse eravamo solo giovani che comunque avevano questa Luce soffocata ancora da una voglia di fare, che credevamo possibile tanto del regista acese Marcello Trovato, credo di conoscere i palpiti….potrei non vederlo per anni. Con me viene un giovanissimo filmaker che ha dei concetti molto chiari sulla anima e sulla passione per il cinema.

Entro nei fotogrammi ed in ogni fraim come se entrassi in una Chiesa bellissima, entro nella sacralità di un modo di fare cinema che conosco, dai titoli di testa alla immagine della rosa di cui mi arriva il profumo e poi mi incammino nel primo disegno una sorta di story board, piano piano, e come se vedessi tutto e mi inoltrassi nella storia: dalla fuitina di Pietro e Rosa, al matrimonio all’alba, alla nascita della figlia, partorita in casa con Rosa che urla dal dolore…e poi mi imbatto nella povertà…le botteghe che chiudono, Pietro, senza lavoro che decide di arruolarsi nel Battaglione San Marco, spera di essere utile alla famiglia. Destinazione sconosciuta? Talmente sconosciuta da approdare a Tientsin in Oriente e l’imprevisto si rivela, dopo i tormenti e i dolori della guerra che i due giovani sposi vivono separati, Pietro si salva insieme a un suo amico di Tropea ma, a guerra finita, nessuno reclama gli uomini, nessuno si preoccupa di farli rientrare in patria. Rosa vive l’angoscia di quella attesa recandosi in Chiesa e interrogando il vescovo che la induce a non disperare; Pietro cerca di sopravvivere e lo tiene in vita il ricordo di quella figlia e di quella donna, ora così lontana. Potrebbe anche essere morto Pietro, non arriva nessuna notizia… eppure i due si sono scritti incessantemente. Rosa crede poi che Pietro si sia rifatto una vita e quasi prega che sia felice purchè vivo. Pietro sebbene aiutato anche da una donna, non dimentica nulla ed un giorno, quasi inaspettatamente, trova qualcuno che si interessa a Lui. Rosa riceve un telegramma e la sorpresa si mescola alla paura quasi di incontrare colui che è adesso uno sconosciuto sempre amato. La seconda parte del film invece è la storia dei ricordi di Marcello il figlio della figlia di Rosa, il suo parlare e ridere con un nonno che racconta la sua vita in Oriente…la sua adorazione per questo uomo che porta con sé un segreto verità da svelare al mondo che non sa. Il ragazzo assiste il nonno che si ammala progressivamente sino alla sua prematura scomparsa e noi lo seguiamo sino ad un commiato in cui Pietro gli dona le sue pipe, come una consegna preziosa ed intima che diverrà per lui un testamento. Rosa diventa cupa chiusa, ancora una volta, in sé a pensare che quell’uomo amato le sarà portato via una seconda volta.

Marcello Trovato fa una scelta preziosa: lascia l’incontro al treno di Pietro e Rosa in chiusura del film …bellissimo quell’abbraccio di passione intenso che suggella un ritorno definitivo ed immortale del nonno così, giovane…stupendo insieme a Rosa e alla loro amata figlia che li abbraccia come per non distaccarli mai piu’. Marcello dunque scrive e narra una storia autobiografica attraverso la quale rende alla Storia, utilizzando i documenti ereditati dal nonno, una pagina di vicende che non conoscevamo. Nel secondo conflitto mondiale il Battaglione San Marco partecipò ad una spedizione diplomatica in Cina, nella concessione italiana a Tientsin. Nessuno si preoccupò, a guerra finita, dei 1300 commilitoni, che vennero abbandonati al loro destino. Solo due di loro tornarono Pietro e un altro uomo di Tropea, mentre la via transiberiana della posta attraverso la Russia Sovietica rimase impraticabile e segnò un confine invalicabile, una sorta di blocco che fu per la maggior parte di loro fatale. Solo Pietro e un uomo ritrovato per caso…tornano senza denaro e non sono mai stati risarciti da nessun Stato.

Marcello Trovato ripropone i tempi ed i momenti del racconto, trovando in Sicilia, anche a pochi passi da casa, il modo per descrivere Tientsin e ricostruire nei particolari la vicenda, aiutandosi anche con immagini di repertorio ed altre che sembrano tali ma sono ottenuti dalla sua straordinaria tecnica cinematografica. Resto senza fiato nel vedere certe inquadrature e la luce che è assolutamente descrittiva, in ogni momento, delle immagine ben profilate, artistiche ed imponenti e mi riferisco anche alle immagini notturne ed alla profilatura di Rosa e dei suoi splendidi primi piani, o solo delle sue scarpe che salgono una scala che sembra non avere mai fine. Certo c’è la bravura disarmante degli attori, prima tra tutti di Rossella Caramma (Rosa) che mi arriva nel profondo, nella recitazione anche dei silenzi ….quel suo viso rimasto intatto che spunta sotto la veletta dell’epoca disarmante e triste. Una attrice che buca lo schermo e si infila nella mia anima e che si unisce al coro di attori scelti tutti, uno per uno, dal regista: da Pietro (Agostino Zumbo) a Santo Pennisi, Santo Santonocito, Carmela Buffo Calleo, Daniele Sapio, Carmelo Cannavò e per la prima volta al cinema anche Diego Cannavò, Enzo Grancagnolo e Federica Bucolo con la partecipazione straordinaria di Vitalba Andrea. Le musiche originali di Giuseppe Romeo sottolineano e ammantano di ulteriore stupore le scene.

Ma non vi ho ancora detto che il film è interamente prodotto da ACV di Marcello Trovato che è stato aiutato dalla intera troupe e dalle concessioni date dalle Amministrazioni per girare le scene. Ovviamente suo il montaggio. Un lavoro durato due anni, tra preparazioni, casting spostamenti e….. senza un euro, come al solito, perchè la Film Commission dorme….mentre dovrebbe svegliarsi e riconoscere gli autori siciliani di gran classe.

E sì perchè Marcello Trovato non fa cinema da ieri e con il cinema non ha mai giocato….Lui professionista e tecnico in comunicazione, inizia la propria attività realizzando servizi fotografici per quotidiani e settimanali nazionali e subito incomincia a svolgere servizi giornalistici e documentari per RAI MEDIASET e TV NAZIONALI E STRANIERE ed ha insegnato Teoria e Metodo dei Mass Media presso l’Accademia delle Belle Arti di Bologna e di Urbino. Nel 1996 realizza il documentario “Galatea”, poi il documentario “Emanuele Macrì elettronico”. Nel 2000 in pellicola il film” Kairos & Kronos il tempo delle emozioni” selezionato al Festival di Berlino. successivamente il cortometraggio “L’indovinello Veronese” è selezionato al Marchè du film di Cannes e dovrei proseguire con i titoli di numerosi documentari e di spot e di film e mini film tutti originalissimi come “Bianco Nero e…Cinema” presentato alla Luis di Roma, remake di La Dolce Vita, che ha girato l’Europa, il documentario del 2015 “Donne in mini Job”. Insomma non posso fermarmi ma devo…Marcello Trovato ha curato molte monografie di album fotografici ed è un direttore della fotografia e fotografo di eccellente valore. Ha istruito e preparato intere generazioni di giovani fotografi e devo a lui molte scene salvate di CALDO GRIGIO CALDO NERO il docufiction presentato alla Mostra del Cinema di Venezia dove ha girato una scena di allontanamento come se fosse lui stesso una stadycam. Insomma Marcello esiste ….c’è… è un portento è l’ora che adesso si riconosca allo stesso la possibilità di un finanziamento per la distribuzione del film, perchè il film e’ completo e la Regione Sicilia che ha sperperato soldoni per film decisamente orribili, ha oggi la possibilità di riscattarsi, finanziando una opera frutto del solo talento non solo di Marcello ma di sicilani che con l’arte hanno reso un fiore all’occhiello la nostra Sicilia, con un cinema indipendente internazionale….pensate quando i turisti verranno a visitare i luoghi di Tientsin in Sicilia? No, non svelo dove si trovano. Lui? Ma lo trovate ad Acireale pronto a partire per ognidove (so che già lavora con l’Argentina), perchè “MACCELLO” – come lo chiamo – è testa dura come me…la Sicilia è per Lui la Hollywood dell’anima.

Un commento al film? Semplicemente straordinario, commovente emozionante, artisticamente evoluto. Si ma “NOI…siamo troppo adulti per piangere”…dice Marcello….sappiamo tutti e due che siamo due bambini ed, alla fine del film, assicuro …non abbiamo detto nulla solo piangevamo di gioia, uniti da quella nostra fantasia celeste che ci proietta oltre le nuvole perchè, questo è il nostro tempo delle Cattedrali.

Anna Maria Mazzaglia Miceli

 

Mi perdonerà il regista se ho personalizzato questo articolo, ma devo a Marcello Trovato un tributo particolare, pur avendo avuto il piacere di premiarlo diverse volte ai miei Festival, poiché mi ha fatto vivere e capire quale sia la “grande tecnica” nel cinema di autore made in Sicily.

 

sogno…sognando e lasciami sognare..qui sul mio mare vivo rinato e so raccontare la memoria e le stelle….creo creando nel mio immaginare…ed ora corro o forse volo ed innalzandomi esploro la eterna bellezza e vivo di ebbrezza…potrai mai capire la Cattedrale del tempo e che spazio imploro? E so che la morte non esiste poichè il cinema è purezza immortale che vale il mio respiro di ogni soffio di vento …e credimi lo sento…. lo sento quando volo nel sogno del mio perpetuo  incantamento”

A.M.

 

 

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