MARIA SOLE TOGNAZZI E MONICA GUERRITORE OSPITI A TAORMINA: CONTINUA LA MARATONA DEI FILM PIU’ BELLI SIA IN CONCORSO E FUORI CONCORSO

 

Per il tributo a Maria Sole Tognazzi proiettato questa mattina al Palacongressi di Taormina IO E LEI: Federica e Marina, cinquantenni affascinanti e di successo, sono compagne affiatate e condividono una vita di agi pur nella diversità esistenziale. Ma dopo cinque anni di convivenza, Federica è irrequieta, lei, divorziata con un figlio ventenne, non ha mai accettato pienamente la propria omosessualità, non è sicura delle proprie scelte e l’incontro fortunoso con un giovane le fa mettere in crisi la propria vita. Dopo il piccolo successo di “Io viaggio da sola”  Maria Sole Tognazzi propone un’altra commedia agrodolce, col finale non tanto imprevisto. Le due donne di ritroveranno poiché si completano in quell’equilibrio di forza e tenerezza che tiene unita la coppia. Se in “Viaggio sola” l’autrice ha descritto l’indipendenza di una donna moderna e anticonvenzionale, con “Io e lei” la regista si accosta a temi “caldi” come quello delle unioni civili e del matrimonio omosessuale.
“Io e lei” è un film semplice sul rapporto di coppia. E se da una parte Margherita Buy, appare distaccate e debole,  la Marina determinata di Sabrina Ferilli incanta.
Maria Sole Tognazzi, definita regina del product placement, può quindi limitarsi a dirigere un film non eccessivo che rende una pellicola patinata di sicuro impatto nelle sale italiane. Indi annunciata dal suo film

Maria Sole Tognazzi arriva a Taormina e si racconta: Sino a 18 anni il cinema le era indifferente, dice, poi alla morte di Ugo Tognazzi, ritorna viva e forte una esigenza. Inizia con l’aiuto di Marco Bonivento e del fratello Giammarco a cimentarsi  nella assistenza alla regia sino a divenire aiuto alla regia per oltre 10 anni nei film di Ozpetek, lì addetta ai casting sente che deve accedere alla parte creativa e dopo un cortometraggio che vince un Globo d’oro fa un primo film alla francese, ma il vero successo arriva per lei quando vede in televisione  “In nome del popolo italiano” sempre un film del padre che quasi inconsciamente le suggerisce la strada; così nasce il suo primo film di successo “Io viaggio da sola” che si sofferma ad analizzare i confini tra solitudine femminile e libertà, anzi il piacere della libertà e poi a seguire questol film straordinario intriso di tanta tenerezza che è “Io e lei” scegliendo due attrici diverse e cioè Margherita Buy e  Sabrina Ferilli che esprimono due concetti differenti di esistenza di e come donna. Scrive con Marciano e Cutroneo secondo un metodo di scrittura a tre fatta di un iniziale confronto sulle scelte da cui origina il soggetto e da una assegnazione di scene da scrivere, anche se confessa che Lei stessa ricorregge o aggiusta secondo il film che vorrebbe realizzare. Una altra donna di casa Tognazzi diretta al successo italiano ed internazionale.

Un film sul mistero quello dell’eccellente  regista Claudio Sestieri SEGUIMI: Tutto ciò che ricordiamo ed anche i sogni possono divenire realtà. Tutto viene proiettato fuori ma all’interno di ognuno dei protagonisti tutto ciò che accade è reale. Il paesaggio di Matera colloca la storia in un eccesso di contraddizioni:Tutto è solo pensato dalla protagonista che però è psicotica Come vedere il film? Nella duplice veste immaginario reale? Sposando i due punti di vista?. Perché comunque si tratta di delirio ma per chi lo vive è reale. Marta incrocia la sua anima con quella del padre morto e nella cultura giapponese i fantasmi sono reali. E’ un film che sottolinea la fascinazione per la schizofrenia e contrappone la cultura orientale a quella occidentale.
Marta Strinati, una tuffatrice olimpionica, dopo essersi infortunata in piscina, si ritrova sola e disorientata. Lascia Barcellona e riapre la casa-studio di suo padre, un pittore morto poco tempo prima, e incontra Sebastian, uno dei tanti artisti del borgo, uomo e pittore dal carisma indiscutibile, dal carattere oscuro. Durante una mostra scopre i suoi dipinti, tutti ispirati da una modella giapponese la portano dentro un dejà vu. La modella dei quadri è ora sempre al suo fianco, Haru si trasforma infatti per Marta in una relazione di cui non può fare a meno, una sconvolgente ossessione fisica e mentale. Un caso estremo di Sindrome di Stendhal, o solo un amore forte come la morte..? Nella vita, a volte, ci troviamo di fronte a momenti che ci costringono a rimettere in discussione i nostri stessi desideri. E’ quello che accade alle protagoniste del film. Due giovani donne in stato di fragilità che iniziano  un percorso, tanto affascinante quanto ignoto, in direzione di una sempre più totale e rischiosa identità incrociata. Un viaggio interiore, annuncia il regista nel quale ridisegnare i due temi del mio cinema: il ruolo di assenza nel definire i sentimenti e la relazione tra Arte e Vita.
questo film puo’ definirsi un thriller psicologico internazionale.

Un corto Posso entrare” quello di Fariborz Kamkari che ripropone il tema della integrazione interrogandosi non tanto sui temi culturali dei popoli ma su cosa possa succedere quando la nostra cultura porta un padre ad essere così contrario all’infibulazione da quasi sterminare la famiglia. Quell’uomo è davvero da condannare?

Documentario musicale divertente e dinamico Greetings from Austin ci descrive una band siciliana alla conquista del Far West, il risultato è che da Caltanissetta puo’ arrivare ad incidersi un disco in America ma quel concorso alla fine non sarà mai vinto. Il film di Vittorio Buongiorno è gradevolissimo, come la musica della band al quarto piano del Palacongressi di Taormina.

Incontro mozzafiato con Monica Guerritore che racconta i suoi esordi appena sedicenne con il teatro di Sthreler, quando aveva solo accompagnato una amica ad un provino e Lei invece doveva solo recarsi a sciare. Era il 1974 e non pensava a fare l’attrice, ma fu notata da Carlo Battistoni  che mette un annuncio sul Corriere della sera per ritrovarla. Da quel momento, dice Monica, la mia è stata una passione fatta di palcoscenico che diventa maestro e seduttore, senza scuole di recitazione ma prendendo possesso di un luogo di una voce …la propria, di uno spazio. Questo avviene in decenni e si arriva anche a diventare poi regista di teatro. Un breve passaggio al cinema con La Lupa scritto da Gabriele Lavia, ma la Sua grande forza, afferma la stessa, è stata sempre il teatro. Ma recentemente scopre una storia che la coinvolge attraverso una scrittrice che scrive di cronache giudiziarie. Si tratta di Cinzia Tani…e così impara ad amare il caso giudiziario di Giulia Trigona, zia di Tommasi di Lampedusa, donna indipendente che viene uccisa dall’amante Vincenzo Paternò in un misero albergo di Palermo. In suo aiuto per interpretare la storia corre Camilleri che gli indica come deve districarsi nel ricostruire tra mille voci la verità. Questo è un progetto  fantastico da riprendere in un momento storico in cui forse sta cambiando anche l’uomo che se si distacca dalle notizie spazzatura odierne può riscoprire la via dell’anima.

Ho trovato straordinariamente pazzo e divertente “Gotti” di Kevin Connoly, sia nella descrizione della storia ridicolizzata di una mafia che si riscatta, un po’ tarantiniano dall’inizio alla fine, forse un film più comprensibile dai siciliani almeno italiani del centro sud che non da una cultura americana attaccata a degli stereotipi. Qui c’è tutta la struttura fumettistica originale ed esagerata di come è il siciliano sia nel rapporto con il figlio, ma anche nel tenere legata insieme una cultura da trasmettere sconnessamente legando le parole al siciliano americano. Bello il viaggio di ritorno nel paese delle meraviglie con le ceneri del padre alla ricerca della limonaia dei miracoli e l’incontro con Maria-Mio-sorriso. Stupende trovate registiche  e scenografiche per un film originale in tutta la sua espressione alla Torre, colorato, trasognato, di come si vorrebbe che tutto vada, anche innestando la commedia umoristica.

 

Anna Mazzaglia

 

 

 

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