LA DRIP ART ABSTRACT DI FRANCESCO BAVASTRELLI

Successo per la mostra di pittura e non solo dell’artista messinese con Astrattamente

Cosa vuol dire dripping? Il dripping fu una tecnica pittorica caratteristica dell’Action Painting americana. Elaborata nella sua forma più tipica alla fine degli anni quaranta da Jackson Pollock, il dripping trae liberamente spunto dalla cosiddetta “scrittura automatica” surrealista: il colore viene lasciato sgocciolare sulla tela distesa per terra e si formano nuove caratteristiche espressioni di surrealismo. Francesco Bavastrelli non sgocciola in effetti distende ed altre volte trae dalla pittura classica il suo surreale mondo di intendere l’arte.

Emozionarsi con la cultura del colore di Francesco per me è semplice, conoscendo il mondo dal quale viene che è intriso di musica, immagini, colori divertimento, grafica, ma anche movimento. In realtà Lui si astrae da una realtà banale e forse triste, dalla paura nella quale siamo immersi per trovare la sua personale lettura della vita che in fondo è sempre ricerca della Luce.

Ad AENIGMA in Via Croce Rossa (luogo emblematico che rievoca sempre il colore di Giovanni Cammarata espresso in sculture povere ma potenti) mi ri-immergo in ciò che ha un senso, sopratutto quando la vita appare come un’incomprensibile susseguirsi di giorni sempre uguali. Sono di nuovo nella folla, una folla di visi conosciuti che sono lì per assistere ad un evento. Mi viene spontaneo chiedere a Lui “ma cosa fai pubblicità all’IKEA?” quando entro nel salone espositivo e mi soffermo sul primo quadro E mi risponde con candore e d’istinto: “ma come si puo’ sfuggire alla tentazione di trovare uno scatolo dimenticato della Ikea e non approfittare di una occasione?” E Lui che conosce l’arte grafica contorna la scritta nera …di colori intrecciati che si inerpicano come un roseto attorno ad una icona consumistica mondiale che ormai significa tanto per tutti personalizzando una idea. Poi aggiunge; “Chi lo avrebbe fatto?”. Penso che è vero Francesco forse vuole creare una sottolineatura? No il suo mondo è fatto di attrazioni…che sia questa o altro… lui è attratto da linee della pubblicità perché è anche un pubblicitario senza pari. Ma poi arrivo ad un quadro di donna dai contorni indefiniti ma dai colori potenti sembra una Marylin sfocata e piena di luce ma lui titola “Donna Cuncetta”, come la emblematica Monna Lisa ci si domanda chi è mai questa donna strana e fluorescente? e così segue “Extracielo” una luce incredibile che viene fuori da cerchi azzurri e neri ..direi travolgendo chi guarda e che porta alla origine in fondo in fondo alle dinamiche dell’Universo e poi “Femmina” che è stupendo nelle proporzioni di un retro-donna che puo’ essere solo il particolare che colpisce l’autore e poi “Nel Blu” e “Rossosera” mentre “Jazz” è un trombettista con cappello sul viso disegnato su fondo nero con contorni neri ed ombre sui rossi di un vestito; ancora “Settimo”, “Oro”, e torna la musica con “Guitar” un chitarrista su fondo scuro nel pop del bianco e nero in qui si innesta il rosso lontano: la passione dell’autore. Certo la mia attenzione è rapita da DRIP ART nel quale si innesta un quadro più piccolo che sembra sovrastarlo ma vi è tanto da leggere dietro barre azzurre e rosse: un mondo di particolari che traspare da geometrie sorprendenti che sembrano rimandare ad antichi ricami o a semplici capitelli mentre sembrano emergere dai fondali marini un moto di piccoli pesci svettanti azzurri e nel giallo di destra un coro accennato di profili umani ed animali, nel quadro piu’ piccolo che lo integra un insieme di mondi tondi o gonfi sembra raccontare montagne e la somma scura Etna….??? Io questo vedo in un mondo merlettato di arabeschi: la mia Sicilia intera ma senza contorni… fatta di particolari essenziali per i miei occhi che guardano e non sanno cosa osservare prima. Per chiudere con “Oltremare” in cui vi è un cubismo appena accennato di tanti azzurri e blu che richiamano la profondità tridimensionale da cui non puo’ non scorgersi una linea rossa punteggiata di gocce di altro rosso ad interrompere quella luce del mare in sommovimento e che viene dal profondo e che si illumina di bianco puro. Tutto qui puo’ pensare il lettore? …sicuramente no perché Francesco compone una arte piena in quello che puo’ sembrare una causale insiemistica di stili energetici e vitali…. si inventa una poltrona che tutti vorrebbero, costruita con legno e poi dipinta di mare di quadrati e quadretti una tavolozza di colore e colori che è una scultura con i suoi tagli traversi e triplici piedi di appoggio. Ma l’artista aveva promesso che l’arte va vista e composta nell’evento perché non puo’ essere o restare statica e cosi’ inventa il dinamismo: Chi ha mai detto che l’arte è ferma e si crea in forma statica? Su una lunghissima tela sparge colori non a caso e una ballerina della Scuola di Danza di Lula cosparsa di bianco si muove rotolando al suono di musica e cospargendo il colore e ballando dentro il colore. Finita la esibizione spettacolare Francesco completa la mescolanza con altri tocchi di pittura diversa che rende tutto estremamente altro… e che diventerà un gigantesco quadro …oppure ciò che Lui stesso vorrà immaginare. Lui spiega che dietro questa danza di pittura ed estro artistico che si svolge in breve vi sono giorni e giorni di prove ed in questo credo, perché nella sua casualità vi è una razionale scelta pittorica di tecnica e tecniche. Lui poi conosce il cinema per averlo pensato insieme a me e percio’ non puo’ non sapere che un autore scrive un soggetto e pensa secondo emozioni che poi completano gli altri attraverso la propria visione del mondo.

Non so perché mi viene in mente Abbas Kiarostami, scomparso autore di pellicole famosissime che non voleva mai finire un film, poiché era lo stesso spettatore che avrebbe dovuto completarlo attraverso la sua visione. Kiarostami aveva studiato da pittore all’accademia delle Belle arti. Prima di diventare regista, si guadagnava da vivere come grafico. Una passione a cui è rimasto fedele tutta la vita, che si ritrova nella composizione delle linee e dei colori dei suoi film. E in seguito nella sua fotografia, attività che Kiarostami cominciò quando, dopo la rivoluzione, diventava difficile girare film. Oggi per noi dopo il lock-down devastante è difficile trovare quale sia la nuova strada…Lui, Palma d’oro a Cannes con Il sapore della ciliegia (Ta’m e guilass, 1997). Nel 2005 dirigeva Tickets insieme a Ermanno Olmi e Ken Loach e due anni dopo regalava un cortometraggio di tre minuti all’interno dell’opera collettiva “A ciascuno il suo cinema”. Un semplice tra i semplici che mischiava attori a comparse che divenivano attori senza mai spiegare il suo percorso …l’importante era avere una idea di viaggio. “Il pubblico si siede davanti allo schermo proprio perché desidera restare bloccato sulla poltrona ma al contempo viaggiare con la mente. Altrimenti non ha senso che il pubblico entri nelle sale cinematografiche, perché questo viaggio lo può fare da solo, all’esterno del cinema. Adesso che l’abbiamo inchiodato su questa sedia, abbiamo il dovere di fargli fare questo viaggio”. Francesco me lo ricorda…. Lui che usa le scatole… che ha una poetica ed il senso del viaggio non raccontato né spiegato. So che un giorno lo chiamai e che mi racconto’ una storia: la sua in parte triste in parte fatta di interessi molteplici. Gli chiesi perché avesse abbandonato tutto? Mi disse “non ho voglia”. Molto tempo dopo lo incontrai e conobbi un uomo profondo con cui disegnai un percorso artistico perché era Lui che sapeva realizzare le cose che desideravo. Senza di Lui non avrei fatto che Festival piu’ scarsi ma alla sua apparizione tutto divenne semplice e cominciò a lavorare sulla idea di viaggio che proponevo che non era semplice né scontata. Alla fine credo che gli ultimi Festival sono stati realizzati nella pratica da sole due persone vere e semplici con una volontà che era “il percorso” e trovai un fratello e complice. Io avevo una idea e Lui due. Francesco è infinito in ciò che pensa e ciò che propone. Forse non conosco tutto il suo viaggio interiore ma so che ha una poetica che nasce dalla tristezza forse anche da un isolamento, ma so anche che è un artista del bello che sperimenta tutto, burlone ed irriverente, intimamente sentimentale ma se lo definissi solo così… farei un torto al suo Viale immenso che non è una corsia ma una ricerca di miliardi di strade ancora….

Hanno collaborato alla riuscita dell’evento lo strepitoso Enzo Colombo con la messa a disposizione dei locali ed il bravissimo Antonio Di Blasi per le video riprese; la scuola di Danza di Lula; Fografo Lillo Lo Cascio

Anna Maria Mazzaglia Miceli

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