La bibbia riveduta e scorretta

Arriva al Teatro Vittorio Emanuele di Messina lo spettacolo, alla centesima replica, degli Oblivion : La Bibbia riveduta e scorretta. E’ chiaro che corro a vedere sentire ed osservare, ma giuro, senza nessuna presunzione, aperta a cogliere la novità, anzi incuriosita dal gruppo che ha imperversato sul Web tra teatro, musica e cabaret. Ma chi sono gli Oblivion?


Cinque giovani che crescono nel mondo del teatro e del musical, e che si conoscono frequentando l’ Accademia del Musical di Bologna. Tentano poi affannosamente di ritagliarsi un loro posto al sole …di trovare uno spazio originale e personale nel mondo dello spettacolo: Ma occorrono soldi per produrre anche un piccolo lavoro artistico ed allora ecco la rete che tutti accoglie, creando, molto spesso, fenomeni neutri, come abbiamo visto in questi giorni a San Remo. Nel 2009 pubblicano su Youtube il video “I Promessi sposi in 10 minuti” (10 minuti perché questo era il tempo massimo che allora concedeva Youtube per un filmato) che realizza ben cinque milioni di visualizzazioni. La notizia non mi sposta più di tanto: oggi nel web devi solo trovare una formula per essere virale ed ho scoperto che anche che le visualizzazioni si comprano! Questi artisti dunque, sono un fenomeno moderno; mescolano musica, teatro, mimica, certe espressioni e giochi circensi, e sopratutto satira, dato che sembrano tanto innamorati del cabaret. Molti dicono che si ispirano al Quartetto Cetra o addirittura a Giorgio Gaber, ma io questa summa eleganza non la trovo. E così nasce il loro repertorio volto a stupire: Parodie in breve, testo composto da un collage di frasi di autori od opere diverse, mescolate insieme o ancora Cazzottissima: Canzoni riarrangiate a colpi di cazzotti. Oblivion mash-up: gli Oblivion eseguono, accompagnati solo dalla chitarra suonata da Lorenzo Scuda, dei mash-up tra due artisti o generi, mescolando testo e musica di entrambi, sempre impasti per trovare una originalità, Canzoni per non udenti: canzoni i cui testi sono mimati da Davide Calabrese e talvolta da tutto il gruppo. Papale e quale: canti di chiesa cantati nello stile di diversi cantanti. Insomma proprio il gruppo ha tentato di tutto ma non riusciva a trovare uno spazio nel mondo usuale dei palcoscenico e diventano dunque youtuber, finchè nel 2011 Zelig li accoglie. Certo loro hanno preparazione in molteplici settori dello spettacolo e dunque vedendoli sicuramente non si può fare a meno di constatare che bravi… sì sono. Sopratutto piace molto la loro propensione alla ricerca. Ma perchè questo strano nome mi sono chiesta…vogliono essere ricordati o dimenticati o propongono di dimenticare tutto ciò che sappiamo del teatro classico? Loro dichiarano di essersi ispirati ad Oblivion di Astor Piazzolla, ma poi dicono sempre tutto ed il contrario, a patto che poi si proponga qualcosa che racconti, che faccia pensare o ridere.

Le scene sono fondali di nuvole che cambiano colore e poi, l’occhio che tutto vede quello esoterico che ho visto ripetutamente sulle facciate dei muri delle città antiche maltesi ma qui veniamo proiettati invece nel 1455, in cui uno squattrinato e stravagante Johann Gutenberg (Davide Calabrese) ha appena inventato la stampa a caratteri mobili e, assieme alla sua segretaria (Graziana Borciani), cerca il primo libro da stampare. Volendo evitare le pressioni della Signora Fust (Francesca Folloni), la quale propone un’opera sugli alieni scritta da un suo preferito autore, Gutenberg accetta il testo su pietra di un Signore che arriva all’improvviso il canuto: “Dio” di nome e “Padre Onnipotente” di cognome (Fabio Vagnarelli). Autore e presunto editore si mettono così al lavoro, non senza aver duettato sui costi (si sa Dio non chiede compensi ma se mai copie da distribuire gratuitamente) per portare alla stampa quello che dovrà essere il best-seller di tutti i tempi. L’arrivo, nel secondo atto di Gesù (Lorenzo Scuda) in piena fase di ribellione adolescenziale, cambierà ancora una volta pagina. Inizialmente c’è una strega in scena per introdurre la battuta sul premio Strega, ma non mi pare che abbia a che vedere con il contesto direi confusionario. Ci sono anche trovate strane come Dio con i capelli rasta che arriva con una carriola contenente pietre che sudano acqua su cui è scritta una storia ma tanto sarà poi vera?

La Bibbia, nel corso della storia è diventata un best-seller ma bisogna rivedere un paio di cose del resto il medioevo si chiude ed incomincia una era nuova che vedrà Dio quasi innamorato della segretaria tuttofare e che sarà gelosa di Maddalena. il Gutenberg degli Oblivion sottolinea la necessità di trovare espedienti e strategie per accaparrarsi il maggior numero di lettori. Si inizia cosi’ con lo sciorinare episodi del vecchio testamento; da Abramo che deve necessariamente proliferare e cui Dio ordina la circoncisione per sé ed il popolo con una pelle tagliata che diventa sciarpetta a Noè che avendo eseguito gli ordini di Dio lo troviamo a costruire l’Arca comprando l’occorrente all’Ikea ed indaffaratissimo a pulire gli escrementi dei vari animali, certo si parla di Archen ma è chiaro il riferimento alla nota Azienda del “Io sì oggi ho tutto dal panino alla costruzione di una casetta fai da te”, ma sul Vecchio testamento forse gli spunti di satira possono essere tanti, Tanto è un Vecchio testamento anche contraddittorio con Leggi criticabili e risibili al punto tale che il gruppo alla fine dello spettacolo avvertirà e questo magari non lo fate…e questo magari no. La uccisione di Abele da parte di Caino passa inosservata…ma io ho come l’impressione che la sceneggiatura non si sviluppa, resta ingarbugliata, a volte anche annoia e non perchè io sia una credente ma se fai satira su Dio e la Bibbia o la sai fare o l’approccio puo’ essere deludente.

Quando il libro sembra pronto per essere pubblicato, ecco che entra in scena il personaggio di Fraü Fust, che vuole i soldi anticipati. L’Editore e Dio devono giocare di astuzia e propongono alla nera Fust (il male esiste) di entrare in società sulla pubblicazione e Lei imporrà la presenza del suo protetto ed arriva in scena Gesu’ Cristo JC, interpretato da Lorenzo Scuda. Si apre il secondo atto, dedicato interamente al Nuovo Testamento e mi chiedo e adesso come l’affrontano la passione e morte di Cristo? Intanto Gesù è un rapper convinto dal trup e l’unica nota carina, se vogliamo, è lo scontro generazionale del figlio che non comprende il padre …poi uno spunto da giocoliere nella storia della trasformazione dell’acqua in vino, e una caduta di stile che vorrebbe essere un
coup de théâtre sul mini lenzuolo, appena un quadretto che, sim salabim! girato diventa sacra Sindone. Insomma Gesu’ è la era moderna della ribellione, e quando inizia la lotta per pubblicare o non pubblicare il libro ecco intervenire la segretaria che sembra aver riscritto tutto Ma padre e Figlio si riconciliano? Ciò che sappiamo è che Dio si scusa della confusione iniziale nella creazione del mondo e che promette al figlio l’assunzione in cielo e dunque un ruolo pari al suo, mentre si scusa sempre Dio della nascita del Figlio citando lo Spirito Santo che diventa il terzo socio della famosa Trinità

Alla fine gli Oblivion chiedono scusa della dissacrazione ma avvertono che la Bibbia è un’opera sacra e storica, ma figlia del suo tempo. I precetti in essa contenuti vanno adattati al periodo nel quale viviamo. Per questo motivo, invitano gli spettatori alla umanità e comprensione.
Uno spettacolo coraggioso che ha forse osato troppo ed alla fine si involve perchè è chiaro che la satira è facile sugli scontri generazionali ok… ma la passione di Cristo la devi proprio omettere non potrai mai rappresentarla né potrai mai ridere sulla sofferenza e sul riscatto. Sicuramente questa Bibbia riveduta e scorretta è un azzardato tentativo stilistico che esalta ed inventa o re-inventa il musical, che in Italia stenta a saper prendere il volo e comunque a tenere il passo con produzioni estere. Il caso degli Oblivion, è indubbiamente uno studio che non indovina il tema. Resta questo impasto di teatro, musica, cabaret e danza o anche acrobazia ma se gli Obliovon non sentissero il peso di una diversità a tutti i costi, possibilmente sarebbero insuperabili. L’elevato livello della loro preparazione consente, di gustare comunque lo spettacolo che non è comico. Il risultato è, la satira che fa pensare, che consente di discutere a posteriori sulla Torah e sul senso di criticità della Legge in generale, forse un attacco alla religione cattolica o a certo modo di impostarla. Sì forse… ma poi loro si presentano vengono incontro al pubblico e proseguono: venite fuori se comprate il CD noi ve lo autografiamo. Che dire dell’aspetto musicale? Assolutamente piu’ recitato che cantato, non ha picchi …mentre la recitazione ed i costumi restano eccelsi. Forse il brano interessante è la “filata” di Dio, che spiega tutta la discendenza biblica in pochi minuti senza quasi respirare (un po’ “alla Sondheim”).

Molti trovano geniale questo spettacolo, personalmente trovo anche vocalità perfette, movimenti scenici indovinati ma non la capacità di sintesi. Certo qui e lì disseminati molte citazioni televisive da X Factor a Masterchef a pubblicità , ancora troppo per la riscrittura di una storia biblica. Eppure il pubblico è diviso. Applausi tanti ma poi sento commenti sulla non correttezza e blasfemia e qualcuno che in modo deciso dice: NO. I critici fine del primo tempo e via tutti. Io credo invece che uno spettacolo va visto tutto e personalmente i fenomeni del web restano sempre un po’ stonati, perchè sono sostanzialmente immersi nella comunicazione sistemica da influenzer e dalla quantità dei like e da questo clichè sembrano non saperne uscire anche se, ripeto, gli Oblivion sono un fenomeno teatrale e non solo. Perciò senza essere decisamente pessimista lancio una sfida …ritornate con meno invenzioni e voglia di impressionare a tutti i costi e sicuramente per la introspezione dei fenomeni moderni potreste essere veramente geniali e fare spettacoli competitivi.

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