IL PLURI PREMIO OSCAR FRANCIS FORD COPPOLA A TAORMINA

APRE LA 68ma EDIZIONE DEL TAORMINA FILM FESTIL LEGGENDARIO REGISTA AMERICANO

PRESENTERÀ AL TEATRO ANTICO LA VERSIONE RESTAURATA DE “IL PADRINO”

Il leggendario regista, sceneggiatore e produttore statunitense Francis Ford Coppola aprirà la 68ma edizione del Taormina Film Fest con The Godfather (Il Padrino) domenica 26 giugno nella suggestiva cornice del Teatro Antico. Il grande regista presenterà la versione restaurata del suo film, che è stato distribuito quest’anno a livello mondiale da Paramount Pictures per celebrare il cinquantesimo anniversario.

Icona cinematografica senza eguali, Coppola ha creato indimenticabili pietre miliari nella storia del cinema quali La conversazione, Apocalypse Now e la stessa trilogia de Il Padrino e, nel corso di una carriera lunga settant’anni, ha ricevuto sei Premi Oscar, due Palme d’Oro al Festival di Cannes e il Leone alla Carriera alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. È attualmente in preparazione il suo ultimo epico film Megalopolis con Adam Driver, Forest Whitaker, Nathalie Emmanuel, John Voight e Lawrence Fishburne.

I direttori del Taormina Film Fest Francesco Alò, Alessandra De Luca e Federico Pontiggia dichiarano: “Avere il maestro Francis Ford Coppola per tenere a battesimo la 68ma edizione ci riempie di gioia e orgoglio. Assistere alla proiezione de Il Padrino al Teatro Antico alla presenza di uno dei massimi cineasti di sempre, si candida sin d’ora quale evento imperdibile dell’estate cinematografica e culturale italiana e internazionale”.

Tratto dall’omonimo romanzo di Mario Puzo, interpretato da Marlon Brando, Al Pacino, Diane Keaton, James Caan, Robert Duval, fra gli altri, il film acclamato dalla critica ha battuto numerosi record di incassi e si è attestato come campione di incassi nel 1972. Il Padrino ha vinto tre Oscar: Miglior film, Migliore sceneggiatura non originale per Francis Ford Coppola e Mario Puzo, Migliore attore a Marlon Brando.

Cinquant’anni dopo il film continua ad abitare il nostro immaginario collettivo, con un lascito culturale indelebile e un’impronta duratura nella società di massa.

Ambientato nella New York del Dopoguerra, Il Padrino racconta le vicende della famiglia Corleone guidata da don Vito Corleone (Brando), capo mafia più potente della Grande Mela. Rimasto vittima di un attentato orchestrato da un boss rivale, sarà il figlio Michael Corleone (Pacino) a scalare l’impero della famiglia, fino a diventare il nuovo padrino. Il film è stato girato negli Stati Uniti e in Sicilia.

Non c’è altra parola che possa definire una carriera come quella di Francis Ford Coppola. È partito con una pellicola orrorifica, è approdato nel musical kitsch, poi si è fatto narratore della saga mafiosa più affascinante della Settima Arte (e non è poco), strappando la “famiglia” e l’Italia dalle radici del loro contesto storico per immergerle a piene mani nel folklore e nella mitologia popolare e classica. Ha sviscerato (semplicemente alludendo) con stile asciutto e forza drammatica, uno dei più grandi scandali americani del suo tempo: il Watergate. Poi ha parlato del Vietnam, fra dissolvenze incrociate (e non) e sguardi in macchina in puro stile Ejzenstein, scrivendo le piu’ interessanti pagine della storia del cinema e descrivendo l’orrore della guerra. Ma sarebbe bastata la scena dell’arrivo degli elicotteri al suono de “La Cavalcata delle Walkirie”. Poi ha preferito giocare con la macchina da presa esattamente come un acrobata ne Un sogno lungo un giorno, avvicinandosi ai mezzi elettronici e giocando e sperimentando il cromatismo stile Anni ’50, un vero mago della regia che opera la trasformazione di Marlon Brando in un vero siciliano e di Matt Dillon in ragazzo di strada, Oggi, è il fondatore di uno delle più grandi e intoccabili “famiglie” di Hollywood: i Coppola.
Ma non tutti sanno che Francis è di origini lucane (i suoi nonni infatti erano emigrati da un piccolo paese della provincia di Matera, Bernalda, verso gli Stati Uniti), Francis Ford Coppola nasce a Detroit, nel 1939, ma cresce in un quartiere italo-americano di New York. Figlio del compositore e musicista jazz Carmine Coppola (primo flauto dell’Orchestra Sinfonica della Nbc) e dell’aspirante attrice Italia Pennino, è fratello maggiore dell’attrice di Talia Shire e del docente di letteratura August Coppola, nonché zio di numerose star cinematografiche (il grande attore hollywoodiano Nicolas Cage e del regista Christopher Coppola ma anche nonno dell’attrice Gia Coppola. Un vero e proprio clan che invaderà Hollywood sotto molti punti di vista. La scelta di diventare regista, matura quando viene colpito dalla poliomielite ( che strani giochi fa la sofferenza) ed è costretto, per un lunghissimo periodo di tempo, ad affrontare la quarantena a casa sua. Per passare il tempo, i suoi genitori gli regalarono un piccolo teatrino di marionette che lui imparò ad animare. Superata la malattia ed entrato nella pubertà, Coppola si divertì a sincronizzare brani di musica sulle immagini dei filmini di famiglia grazie a un registratore, ed a 18 anni scopre Sergej Ejzenstejn e se ne innamorò, frequentando assiduamente le proiezioni del Museum of Modern Art di New York. Si approcciò persino alla scuola teatrale di Hofstra (diplomandosi in drammaturgia), dove imparò l’arte dell’allestimento scenico e con i primi guadagni, avuti grazie a qualche lavoretto, comprò una 16mm e girò un cortometraggio mai portato a termine, come spesso accade ai geni. Nel 1960, si iscrisse al Cinema Department della Ucla e lavorò con l’insegnante di regia Dorothy Azner. Nel frattempo, fra il 1961 e il 1963, entrò in contatto con un altro mostro sacro del cinema Roger Corman del quale diverrà grande amico e ottimo collaboratore. Con il nome di Thomas Colchart, Coppola firmò alcune nuove scene da inserire nel film fantascientifico – prodotto dallo stesso Corman, girò anche alcuni film porno e cominciò a svolgere svariati ruoli nei film quasi facendo una scorpacciata di tutto quello che c’era nel cinema. Coppola si sposa (il 2 febbraio 1963) con la decoratrice di set, e in seguito regista, Eleanor che gli darà ben 4 figli: Mary Coppola, la regista Sofia Coppola, l’assistente regista Roman e l’attore Giancarlo Coppola. Ma il matrimonio non sarà esattamente perfetto, dato che lo stesso autore intreccerà una lunga relazione extraconiugale con Melissa Mathison, sceneggiatrice e poi moglie di Harrison Ford
É il 1963, quando Francis Ford Coppola riesce finalmente a firmare il suo primo lungometraggio esordendo dietro la macchina da presta con il film Terrore della trecicesima ora e la Seven Arts lo assume come sceneggiatore, firmando così Questa ragazza è di tutti (1966) di Pollack e Parigi brucia? (1966). Con l’arrivo degli Anni Settanta, Coppola diventa principalmente un produttore cinematografico, costituendo la Zoetrope che finanzia: due pellicole di George Lucas ( L’uomo che fuggì dal Futuro con Robert Duvall e American Graffiti con Harrison Ford) ed una serie di altri film

Negli anni anni sessanta, quando ancora Coppola non era così noto. Ritroviamo il regista che dirige nientemeno che Fred Astaire nel film musicale Sulle ali dell’arcobaleno (1968), poi seguito da Non torno a casa stasera (1969) con Robert Duvall, vincendo però il suo primo Oscar come sceneggiatore del film Patton – Generale d’acciaio(1970), premio che dividerà con Edmund H. North. A quel punto, il nome del regista comincia a farsi sentire negli ambienti di Hollywood, fino a giungere alle orecchie del capo della Paramount, Robert Evans, che lo sceglierà, ancora trentaduenne e poco famoso, per portare sul grande schermo una sceneggiatura tratta da un libro di Mario Puzo. Ma il giovane di talento aveva le idee molto chiare in proposito sul film che voleva girare, riuscendo a convincere Evans a moltiplicare il budget previsto per realizzare una saga epica di proporzioni colossali, fin dalla scelta del cast che avrebbe previsto: l’ormai amico Duvall, James Caan, Al Pacino, Marlon Brando, Diane Keaton, Franco Citti e Talia Shire. Nasce così il coinvolgente intramontabile primo successo di Coppola: IL PADRINO (1972), saga della “famiglia” Corleone. Il più grande gangster-movie di ogni tempo ed il giovane vince l’Oscar come miglior film, ottenendo anche una statuetta per la migliore sceneggiatura non originale, mentre gli sfuggì quella del miglior regista. A questo si aggiungono anche i Golden Globe per il miglior film e miglior sceneggiatura.
Coppola torna alla sceneggiatura firmando Il grande Gatsby (1974) con Redford, anche se progetta uno dei rari sequel superiori al capostipite, che poi sarà anche campione d’incassi, Il Padrino – Parte II (1974) con l’aggiunta al cast di Robert De Niro che porterà a casa 3 Oscar (film, regia e sceneggiatura) La saga dei Corleone però, terminerà nel 1990, quando Coppola dirigerà Al Pacino ne Il padrino – Parte III, ma nonostante la nomination a miglior regia e film, non vincerà nulla. Ma per lui non è finita perché arriva Apocalypse Now il vero e proprio capolavoro di Coppola (1979), ancora con Duvall e Brando, ma anche con Dennis Hopper, Martin Sheen, Harrison Ford,Larry Fishburne e il nostro Vittorio Storaro alla direzione della fotografia, impegnati nel descrivere il delirio di una guerra. Con questa pellicola, Coppola mette in gioco tutto se stesso: la sua libertà creativa, la sopravvivenza stessa della sua casa di produzione Zoetrope, il suo background culturale e la sua vita (oltre alla crisi del rapporto matrimoniale, il regista meditò perfino il suicidio). Utilizzando il romanzo “Cuore di tenebra” Coppola narra gli orrori, la pazzia e il potere della guerra del Vietnam, vincendo un BAFTA come miglior regista, l’ambita Palma d’Oro e il FIPRESCI, un David di Donatello come miglior regista straniero e due Golden Globe come miglior regia e musica. Ma rimane, paradossalmente, a bocca asciutta per quel che riguarda le candidature agli Oscar per regia, film, sceneggiatura.
Dopo un tale exploit, Coppola si impone nel gruppo di cineasti che fanno pare della New Hollywood ed arriva anche il Leone d’Oro alla carriera, nel 1992, e il ruolo di presidente della Giuria al Festival di Cannes che ne sanciscono la leggenda.
Sfortunatamente però, la carriera di Coppola sembra annebbiarsi perché si dedica a pellicole indipendenti volendo rimanere lontano dai fasti dell’inizio, forse per via del forte impegno messo nella produzione del suo vino, il Rubiconde, oppure nella gestione della propria linea di specialità alimentari o nella direzione della rivista letteraria Zoetrope – All-Story. Dopo ben 10 anni di assenza dai reami creativi della regia, torna a farci visita con Un’altra Giovinezza (2007), un notevole e ambizioso tentativo di analisi del protolinguaggio e dello scorrere del tempo attraverso una particolare storia d’amore, che si è rivelato un flop di incassi e di critica, segno che se fai cose piu’ ardite nessuno comprende, non Lui che del cinema sapeva proprio tutto. Nonostante l’insuccesso, rimane un artigiano estremamente creativo cui piace sperimentare, poiché nessun altro come lui sapeva coniugare narrazione e impatto visuale, inserendo nella narrazione filmica barocche ed estreme nuove tecnologie. Arte e stile in un unico uomo, che ha raccontato guerre ed incubi con tecnologie all’avanguardia in maniera iperrealistica, eccessiva, ma allo stesso tempo rigorosa, anche quando si occupa per una scelta meticolosa di stravaganti pellicole minori. Perciò il grande cineasta resta stupefacente ed intoccabile ed è per questo che non si puo’ che restare affascinati non solo del suo cinema ma di cio’ che ne segnò la strada e ne fece un indipendente eccezionale grande regista, credo il piu’ grande di tutti i tempi.

Anna Maria Mazzaglia Miceli

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