Berlino. La sera del 12 febbraio, la Berlinale 2017 ci ha offerto un film in concorso molto interessante. Alle 21.30 trepidante attesa di FELICITE’ di Alain Gomis. Sin dalle 20.30, composte file interminabili per l’ acquisto del biglietto della proiezione che si realizzava al numero 24 di Shaperstrasse, accanto al mio hotel Metropolitan. Platea e primo piano stracolmi di pubblico, formato oltre che da giornalisti accreditati, dal freddo pubblico tedesco che ha accolto calorosamente ed applaudito a lungo il film di Alain Gomis, un film che che è anche un documentario sulla vita di una cittadina povera dell Africa. Il regista, attraverso la narrazione di una commovente storia di una cantante affermata che, per salvare la vita alla persona più cara, elemosina, pietisce, pretende, chiede, tra gli amici e i datori di lavoro, una imponente cifra richiestale dal medico, per un delicato intervento chirurgico della persona a lei piu cara…Il film documenta cose, fatti e situazioni di ingiustizia e malasanita’ che mai dovrebbero verificarsi, nel mondo, non solo in Africa in cui si svolge la storia commovente e cruda.
Una narrazione precisa e funzionale….che adotta primi piani e piani americani, per cogliere sul volto dei protagonisti i sentimenti variegati che vi si affollano ed avvicendano, avviluppando i personaggi. Estrema povertà, sesso e sentimenti, i più antichi del mondo, in un film coinvolgente che nonostante i temi tristi affrontati e le ambientazioni di periferie suburbane e di poveri villaggi africani riesce a coinvolgere il pubblico con interesse, per 120 minuti in religioso silenzio, quei silenzi di Berlino rispettosi verso un’ opera che e’ l’ opera prima lungometraggio dell’ afro francese Alain Gomis che vive a Parigi ma non ha mai trascurato di parlare delle tristi vicende del suo popolo africano. Ottime interpretazioni dei protagonisti e coprotagonisti Vero Beya, Gaetano Claudia, Papi Mpaka.
Una narrazione precisa e funzionale….che adotta primi piani e piani americani, per cogliere sul volto dei protagonisti i sentimenti variegati che vi si affollano ed avvicendano, avviluppando i personaggi. Estrema povertà, sesso e sentimenti, i più antichi del mondo, in un film coinvolgente che nonostante i temi tristi affrontati e le ambientazioni di periferie suburbane e di poveri villaggi africani riesce a coinvolgere il pubblico con interesse, per 120 minuti in religioso silenzio, quei silenzi di Berlino rispettosi verso un’ opera che e’ l’ opera prima lungometraggio dell’ afro francese Alain Gomis che vive a Parigi ma non ha mai trascurato di parlare delle tristi vicende del suo popolo africano. Ottime interpretazioni dei protagonisti e coprotagonisti Vero Beya, Gaetano Claudia, Papi Mpaka.
Sicuramente ci leggera il direttore del Festival di Taormina e inviterà il produttore ed il regista per la proiezione del film Felicitè al Taorminafilmfest 2017.
MARIA TERESA PRESTIGIACOMO