CIN CI LA …NON SOLO OPERETTA MA FANTASYLANDIA AL TEATRO VITTORIO EMANUELE DI MESSINA

 

E’ Natale …si direbbe dai colori del palcoscenico …dalla voglia di favola…dal pieno zeppo di una Macao sicilianissima, eclettica, gustosa, fine, elegante…mi sento in bocca il Natale e il luccichio dei colori dell’albero ed una pienezza strana seducente. E dire che sono arrivata così…correndo con le scarpe da tennis ed il mio solo giubbotto da veterana …di strada che parla con le foglie ingiallite di una sonnolenta Messina…mi son detta: sembrerà che sto tornando dalla pesca! Ahahaha! poi mi son seduta calandomi il berretto sugli occhi ed il catartico teatro ha compiuto il miracolo….Pensavo a mia madre che cantava “oh Cincillà” la mattina presto mentre mi inburrava il pane abbrustolito. E così ragazzi entro a Macao e mi sento tra il 1925, l’inizio del teatro di varietà, e i tempi di certi film fantasy moderni. Ecco sono di nuovo bambina…e mi piace portare il cappello col pon pon….Shhhhhhhhh! Il Principe Ciclamino ha sposato la timida principessa Myosotis, e i festeggiamenti sono sospesi sino a quando non suonerà il Carillon e dalla Pagoda Rossa e uscirà la coppia trionfante perché il matrimonio è stato consumato. Ma i due predestinati sono anime nel vento …Myosotis non sa neppure parlare d’amore, deve sostituire le parole e Ciclamino saltellante è un sognatore un po’ ebete. I due si addormentano nel giardino, mentre il padre di Myosotis è preoccupato. Ma ecco che arriva l’attrice Cin Ci là deve girare un film a Macao…Lei che ha un marito..eunuco e tanti amori passati e pure qualcuno che la insegue sin lì Petit Gris, uno svenevole debole potente uomo che la cerca.

Spetterà ai due parigini insegnare l’arte d’amore ai principi, svezzarli, far capire loro che possono abbandonare l’infanzia trasmutandola in amore.

La regia è veramente complessa ed elegantissima basata sull’arte del mutamento e del trasformismo mettendo in scena tutte quelle trovate che erano nell’operetta di Carlo Lombardo, rese qui mirabilmente piacevoli da una interpretazione regista ed attoriale grandiosa che si mescola non solo, al bel canto, ma anche a un dinamismo di scena assolutamente moderno. Parigi si sovrappone all’Oriente e l’Oriente racconta lo stellato paradiso dei costumi e delle scene la logica della lentezza contro la provocazione di un mondo lontano ma anche esso sognante e sognato, vince sulla acrobatica vita parigina . Non c’è solo questo…ma un umorismo dosato, una comicità prorompente, un sapersi muovere con eleganza sulla scena.

Che dire delle musiche coinvolgenti come la ripetuta “O Cincillà”, “Rose”, “L’ultima Bambola” che mi fa commuovere intimamente (anche io quella ultima bambola ce l’ho nell’armadio), ma anche “Il Duetto di baci”. Insomma le ore passano come fossero secondi ed io mi sono innamorata di Umberto Scida bravo …bravo…bravissimo il mistico e mutevole Petit Gris, ma ho sensibilmente adorato la voce struggente e potente di Federica Neglia e quella non meno densa di Isadora Agrifoglio. Belle e creative le coreografie di Stefania Cotroneo e splendidi i costumi Sartoria Teatrale Arrigo Milano.

Si le tende si aprono e chiudono si esce ed entra dal mondo circense e spettacolarmente fantasioso della operetta…e non me ne vorrei andare…non me ne vorrei andare…Vorrei rivedere e rivedere ancora ….perchè qui mi scordai che la mia filosofia panteista puo’ essere superata da chi il panteismo lo vive nel teatro e per il teatro. Fuori mentre uscivo sola come un Maciste vittorioso, mi è sembrato per un attimo che mio padre col suo grande cilindro fosse ad aspettarmi e mi prelevasse sulla Carrozza da Principessa. Poi il gelo tremendo mi ha fatto assestare il mio berretto di lana…e mi sono detta LO SPETTACOLO CONTINUA E CHE SPETTACOLO!

Anna Mazzaglia

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